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Frattesi scalpita
—Zielinski ha esperienza e qualità per diventare presto una alternativa “alla pari” di un intoccabile come Mkhitaryan, ma in testa al gruppetto dei rivoluzionari, manco a dirlo, c’è Frattesi. Il suo impatto a Genova ha sorpreso solo chi non conosce la sua storia in nerazzurro, fatta soprattutto di giornate come quella del Ferraris: Davide inizia in panchina, poi entra e spacca il mondo. Una stagione fa lo ha fatto con una regolarità impressionante: 6 reti — secondo centrocampista più prolifico dell’Inter in A dopo Calhanoglu — e 4 assist “nonostante” appena 6 partite giocate dal primo minuto. Logico che il centrocampista azzurro si aspetti di giocare di più. E sì, le attese saranno rispettate, un po’ perché Inzaghi progetta rotazioni più ampie vista la stagione extralarge che lo aspetta, un po’ perché la condizione e la duttilità di Frattesi incoraggiano a una gestione diversa dell’ex Sassuolo: al debutto è apparso tra i più brillanti e ha dimostrato di sapersi muovere anche nel cuore della mediana, accanto a Barella in versione play, quando Inzaghi ha rimodellato la squadra attorno al tridente Lautaro-Thuram-Taremi.
Taremi con la ThuLa
—E arriviamo alla seconda illusione ottica in panchina: Taremi domani sera scoprirà San Siro ed è pronto a sedurlo al primo appuntamento, come hanno fatto in passato Lautaro, Lukaku e Dzeko. L’infortunio che lo ha fermato in pieno precampionato, quando trasformava in gol praticamente ogni pallone toccato, ha rimandato il debutto da titolare, e la partenza lanciata di Marcus ha completato l’opera. Paradossalmente, a oggi l’iraniano avrebbe più possibilità di trovare posto dall’inizio solo se fosse Lautaro a fargli spazio, accomodandosi in panchina. Ipotesi piuttosto fantasiosa, conoscendo il capitano.
Una soluzione esiste comunque: la ThuLaTa ammirata in uno spicchio di partita a Marassi ha convinto Inzaghi, che ha promesso repliche. «Anche dall’inizio», ha spiegato il tecnico, che non a caso in questi giorni ha riprovato la formula del “tutti insieme appassionatamente”. L’occasione giusta non la offrirà magari la sfida di domani al Lecce — l’Inter deve rialzarsi dopo la falsa partenza e ha bisogno di certezze, vedi la coppia gol dello scudetto — ma quel che è certo è che Taremi avrà ancora spazio. E che il minutaggio con salirà.
Martinez attende
—Dalla panchina, Josep Martinez osserverà attento le mosse di Sommer, in quella strana miscela di emozioni che appartiene solo al sentire dei vice della porta. Lo spagnolo sa bene che il suo destino è legato a doppia mandata al rendimento dello svizzero, subito inciampato in una giornataccia nell’esordio col Genoa. Una rarità, a rileggere il primo capitolo della storia di Sommer in nerazzurro. Ma il romanzo dell’Inter, si sa, è ricco di sorpassi tra i pali, da Julio Cesar su Toldo fino a Onana su Handanovic. Josep sfoglia le pagine paziente e aspetta che arrivi anche il suo momento", si legge.
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