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L'edizione odierna della Gazzetta dello Sport analizza la gara di ieri e spiega come Stefano Pioli abbia impostato una gara basata sui livelli individuali, probabilmente convinto di essere superiore al Genoa in ogni zona del campo
"Il 2-0 è energia pura per un ambiente che, ultimamente, ha conosciuto più la depressione dell’allegria. Ma non è un risultato, da solo, che può nascondere le ombre, i timori, le insicurezze e, a tratti, il caos tattico del quale l’Inter, anche contro il Genoa, è sembrata schiava. Innanzitutto la scelta del modulo: Pioli opta per la difesa a tre, poi schiera quattro centrocampisti e tre attaccanti. E’ un classico 3-4-3, con il quale i nerazzurri provano a giocarsela «faccia a faccia» con gli avversari. In ogni zona del campo si sviluppano duelli, furiosi «uno contro uno» dai quali scaturiscono le azioni più pericolose. Di solito ci si dispone in questo modo quando, consapevoli della propria forza e della propria superiorità, si è sicuri di vincere se non tutti, la maggior parte dei duelli. Il problema è che il Genoa, nel primo tempo, dimostra di essere più a suo agio in quel vestito tattico, imbriglia l’Inter, costruisce palle-gol e fa tremare San Siro. La rete di Brozovic è una boccata d’ossigeno per una squadra che sembra in apnea".
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