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Per l'Inter sembra essere arrivato l'anno della svolta, sia sul campo, ma anche dal punto di vista economico. Nella primavera 2015 era stato concordato con l’Uefa il “settlement agreement”, ovvero un percorso di 4 anni necessario per sistemare definitivamente i conti del club e uscire, quindi, dallo stretto controllo dell’organismo europeo. Centrato il primo obiettivo, ovvero chiudere l’esercizio 2015/16 con un passivo entro i 30 milioni di euro, è stato raggiunto anche il secondo, ovvero il pareggio al 30 giugno 2017. Proprio oggi, si terrà l’Assemblea dei soci che certificherà il risultato, approvando il bilancio con una perdita di 24 milioni, che, scontando i costi per il settore giovanile, Inter Campus e le infrastrutture, per l’Uefa si azzera. Per comprendere a dovere gli sforzi compiuti dal club nerazzurro, basti ricordare che, nella stagione 2014/15, il rosso ammontava a 140 milioni.
Il monitoraggio dell’Uefa proseguirà ancora per l’attuale esercizio e per quello che si chiuderà nel 2019. E l’Inter dovrà conservare l’equilibrio tra i costi e ricavi. Insieme alla stretta sugli investimenti all’estero imposta dal governo cinese, proprio il Fair-Play finanziario ha obbligato l’Inter ad un mercato estivo ragionato e non esagerato. E sarà così anche a gennaio: gli eventuali innesti saranno solo in prestito. A meno che l’alta classifica non spinga Suning a cambiare i suoi programmi, oppure non si realizzi una cessione pesante. Il candidato, in questo caso, sarebbe Joao Mario (più di Brozovic), visto che continua ad essere un osservato speciale del Psg. Ad ogni modo, Spalletti dovrebbe ottenere Ramires, in uscita dal Jiangsu, per rafforzare il centrocampo, mentre si cercherà un difensore centrale. Dopo il lungo infortunio di Vanheusden, l’aggiunta è obbligata e la speranza è di trovare un Manchester City più disponibile a lasciar partire Mangala.
(Corriere dello Sport)
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