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Serata esaltante per l'Inter e per l'attacco di Inzaghi. Il tecnico vuole far sentire tutti e 4 gli attaccanti parte del progetto e ieri il piano ha funzionato. In gol tutti quelli chiamati in causa e soprattutto una grande risposta da Arnautovic, finora poco impiegato.
"È l’autunno la primavera dell’Inter: in una notte di ottobre sono sbocciati i gol degli attaccanti, tutti insieme o quasi. Perché all’appello manca Thuram, ma è un assente assolutamente giustificato: Marcus, che ieri è rimasto in panchina, le sue reti le ha già spalmate all’alba della stagione, mentre Lautaro faticava, Taremi prendeva le misure nel cuore dell’area e Arnautovic sembrava un giocatore in bilico, oggi all’Inter e domani chissà. Marko invece è rimasto, e ha imboccato dritto la sliding door che gli si è spalancata ieri sera: le ultime istantanee dell’austriaco in Champions, a San Siro, erano i gol divorati in serie contro l’Atletico; quel pallone spinto in rete su invito di Taremi ha segnato il nuovo inizio. E ha confermato che sì, il piano di Inzaghi di costruire un’Inter a quattro teste lì davanti, con i suoi attaccanti a scambiarsi ruoli, posizioni e gol, funziona: è così che si può fare strada, in Italia e in Europa", sottolinea La Gazzetta dello Sport.
"Lautaro al top Arnautovic si è sbloccato, e poco dopo è toccato a Taremi. In mezzo, riecco Lautaro, veloce come un treno: il Toro, entrato in campo nella ripresa per regalare ad Arnautovic gli applausi di San Siro, ci ha messo sette minuti a buttarla dentro. Marchiato il campionato con la doppietta di Udine, ha messo la firma anche sul torneo più nobile, la sua dolce ossessione, la coppa che manca alla collezione da campione dell’argentino: chi aspettava la controprova dopo le prime reti stagionali è accontentato, Lautaro è tornato quello di sempre", si legge sul quotidiano.
"E l’argentino ha pure impreziosito la sua serata con un gesto da capitano apprezzato da tutti, da Inzaghi in panchina ai 56mila del Meazza: non appena l’arbitro ha fischiato il rigore che il Toro si è conquistato, lui ha preso il pallone della possibile doppietta (e del possibile aggancio ad Adriano, miglior marcatore interista in Champions a quota 14) e lo ha ceduto a Taremi. Per la storia c’è tempo, prima viene l’Inter", aggiunge Gazzetta.
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