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Prestazione poco brillante quella dell'Inter a Lecce e i nerazzurri tornano a casa con solo un punto per la classifica. Squadra stanca e poche idee in fase offensiva per la formazione di Conte.
"Arroccato dietro, attorno al campanile Rossettini che respinge cross su cross, il Lecce toglie profondità e rifornimenti alla Lu-La. In questi casi la velocità di circolazione è tutto, per creare spazi, ma l’Inter quasi mai riesce a produrla. Le cose migliori le ottiene quando riesce ad appoggiarsi alla Lu-La che, pur ingabbiata, offre sponde sapienti. Vedi al 29’ quando Brozovic triangola con Lukaku e stampa il palo e al 31’ quando lo stesso croato scambia con Lautaro e calcia a rete due volte. Il Lecce assorbe e in pieno recupero piazza una ripartenza che diventa rigore, ma la Var non vede il presunto fallo di mano su testa di Babacar e smentisce Giacomelli", si legge su La Gazzetta dello sport.
"Nella ripresa l’Inter non cambia passo, mentre il Lecce comincia a sciogliere i terzini e ad affilare le ripartenze. Brozo e Sensi continuano il ricamo lento e, soprattutto, rinunciano all’opzione che ha fruttato di più nel primo tempo: la palla bassa per Lukaku e Lautaro. Solo cross che rimbalzano innocui sul tetto della difesa salentina. Al massimo fruttano angoli: 12. Per questo, Conte, invece di Sanchez, mette dentro Bastoni. E il bergamasco segna 3’ dopo, proprio su azione d’angolo (26’). Ma il bravo Liverani risponde per le rime: inserisce Falco, dopo Majer, spinge avanti Mancosu e tutto il Lecce (4-3-1-2). In un minuto Majer assiste Mancosu che pareggia e scoppia a piangere. E Falco colpisce un palo su punizione (37’) che poteva regalare l’impresa. Neppure con Sanchez, l’Inter avvicina così tanto il raddoppio. Se non hai le punte al meglio che tengono palla, se ti manca qualità a centrocampo, la gestione del vantaggio diventa un problema. Come a Napoli, come altre volte, appena l’Inter si è abbassata, è stata punita. Il Lecce festeggia il punto meritato che lancia nel modo migliore il girone di ritorno. Ha imparato che c’è gioia anche nella sofferenza e nell’umiltà. Conte ha imparato che l’Inter di Lecce non basta per far guerra alla Juventus", si legge sul quotidiano.
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