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Inter, nulla di casuale in questa vetta. Tutti gli indicatori segnalano una superiorità marcata

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L'Inter è in testa al campionato con soli due punti di vantaggio sulla Juventus, ma la squadra di Inzaghi domina nelle classifiche di squadra e individuali
Andrea Della Sala Redattore 

Dopo il mezzo passo falso in casa del Marassi, l'Inter vuole iniziare il 2024 nel migliore dei modi. Battendo il Verona a San Siro e laureandosi campione d'inverno. Per farlo Inzaghi potrà finalmente contare su tutta la rosa a disposizione. Eccetto Cuadrado, ma il suo poso verrà presto preso dal nuovo arrivato Buchanan.

"Oggi contro il Verona, in crisi societaria più che tecnica, gli bastano tre punticini per appuntarsi il titolo di campione di Italia. Sarebbe un ricostituente dopo il pari di Marassi contro il Genoa che ha riavvicinato la Juve a un’incollatura. E, in generale, una ripartenza immediata dopo un dicembre meno brillante dei mesi precedenti. Il traguardo d’inverno è stato infatti ritardato fino a quest’ultima di andata, nonostante tutti gli “indicatori” segnalino una superiorità ben più marcata di quanto dica questo striminzito +2 .


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I più di Inzaghi stanno tutti lì, inequivocabili e a tratti schiaccianti. La sua squadra ha segnato di più (42 reti, ma è primato anche nei gol subiti: appena 8) e ha una migliore differenza reti (+34). E ancora una maggiore efficacia nei passaggi (riescono nell’87,1% dei casi), più cattiveria nei duelli (vinti il 54,3%) e sottoporta. La percentuale realizzativa tocca il 14,5%, la Signora solo settima non arriva neanche a 11. Se i numeri significano qualcosa, niente è casuale in questa vetta", spiega La Gazzetta dello Sport.

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"Se Lautaro è il cannibale tra i cannonieri con 15 reti, Inzaghi può scrivere il segno + anche grazie ad altri singoli. Si gode il miglior passatore della A (Calhanoglu con 1160 passaggi), il miglior crossatore (Dimarco a quota 80) e pure il miglior numero 1, visto che nessuno ha l’84,3% di parate come Sommer. Un anno fa l’Inter iniziava il 2023 ospitando, e battendo con una testata di Dzeko, il Napoli ciclonico di Spalletti.

Pareva l’inizio di una rimonta gloriosa, ma fu solo una beata illusione perché in campionato non c’è stata mai corsa. Rispetto a una stagione fa, però, i nerazzurri hanno tutt’altra taglia e una diversa testa. Non solo questi 8 punti di differenza, che oggi avvicinano la prima metà dello scudetto, ma pure 4 gol segnati in più. È nella difesa, però, che è cambiato il mondo: al tempo Inzaghi ne aveva già presi 24 in 18 partite. Adesso la vista è più serena, tranquillizzante, ma Simone per primo vuole un inverno diverso. Anche due stagioni fa aveva girato la boa in vetta, poi il resto è già storia", aggiunge il quotidiano.

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