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Inter, Inzaghi come Ancelotti: la filosofia del “día libre”. Nella propria tesi di Master Uefa Pro…

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Dopo la vittoria a Firenze, il tecnico nerazzurro ha concesso 48 ore di riposo ai suoi e non è la prima volta che succede
Gianni Pampinella Redattore 

Dopo la vittoria a Firenze, Simone Inzaghi ha concesso 48 ore di riposo ai suoi. "Ho dato ai ragazzi due giorni di riposo perché se li meritano", ha dichiarato il tecnico nella pancia del Franchi. Non è la prima volta che Inzaghi quest’anno concede due giorni di fila di riposo, un metodo che ricorda quello di Carlo Ancelotti al Real Madrid. "Diede una doppia sosta a novembre ai giocatori non impegnati con le proprie nazionali, dopo la vittoria sul Frosinone. Altri due giorni off li accordò prima di Natale, dopo aver battuto il Lecce". 

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"E altrettanti ne ha annunciati prima della gara a Genova contro il Genoa, l’ultima dell’anno. Una gestione che ricorda quella di Carlo Ancelotti, che soprattutto in questa sua seconda esperienza al Real Madrid è solito premiare il gruppo dopo le vittorie con il celebre annuncio a sorpresa in spogliatoio: “Día libre mañana!”. Tradotto: domani giorno libero. Come per King Carlo, la concessione di giorni liberi per Inzaghi non è limitata alle settimane più scariche, anzi", sottolinea Repubblica.


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"L’allenatore interista è solito dare tregua ai giocatori anche nei momenti cruciali della stagione. A luglio, día libre prima della partenza per la tournée di amichevoli in Giappone. A settembre, un giorno di riposo fu concesso in premio alla squadra dopo la vittoria per 5-1 nel derby col Milan. A dicembre, giorno libero dopo il successo contro il Napoli campione d’Italia". 

"Che i giocatori debbano essere contenti per dare il meglio, Inzaghi lo ha sempre pensato, detto e anche scritto nella propria tesi di Master Uefa Pro come Allenatore professionista prima categoria. Titolo: “Dinamiche allenatore – gruppo squadra”. Nel documento, Inzaghi sottolinea la necessità di “instaurare un rapporto efficace fondato sulla condivisione degli obiettivi e degli strumenti necessari per realizzarli, sul rispetto reciproco dei ruoli, sul piacere di lavorare insieme”. E riferisce di avere imparato da Roberto Mancini, suo tecnico alla Lazio".

(Repubblica)

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