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Inter, ora Inzaghi ha un obbligo. E c’è una bocciatura che sa di sentenza

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L'analisi di Fcinter1908.it dopo la sconfitta dei nerazzurri in Supercoppa contro il Milan in Arabia Saudita per 3-2
Daniele Vitiello Redattore/inviato 

L'imperativo in questi casi è non lasciarsi trascinare nel baratro della delusione. Simone Inzaghi sfoglierà manuali di psicologia alla ricerca del metodo più affidabile per entrare nella testa dei suoi giocatori ed evitare contraccolpi dopo la sconfitta di ieri. Si tratta di un incidente di percorso che va classificato in quanto tale, passo falso dal quale ripartire con più rabbia di prima. L'Inter torna a Milano con una ferita nell'orgoglio e ci sarà assolutamente modo per rimarginarla.

Il Milan ha di certo avuto i suoi meriti per non essere uscito dalla partita sul 2-0, per averci creduto anche quando l'inerzia era nettamente a sfavore. Ad Appiano però, fin da stamattina, ci si concentrerà su ciò che non ha funzionato dal gol di Taremi in poi. La gestione del pallone, del tempo, del campo, del risultato non è stata all'altezza dei situazione. Sul banco degli imputati sale, dunque, inevitabilmente chi in quel momento aveva le chiavi del centrocampo e delle due fasi: la bocciatura di Asllani, subentrato a Calhanoglu, sa di spartiacque sulla considerazione che si può avere di questo ragazzo.


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Se il divario tra i due è ancora così dannatamente ampio non è solo per i meriti del turco. In una squadra con l'ambizione che ha l'Inter oggi non c'è più tempo per aspettare un ragazzo che è arrivato a Milano quasi quattro anni fa e non ha mai percorso la strada ripida e dissestata verso la piena maturazione. Si è fermato a un punto dal quale è impossibile immaginare di allinearsi in qualche modo al resto della squadra.

L'Inter che, già orfana di Acerbi, Pavard e Thuram, ha continuato a perdere pezzi a gara in corso non è riuscita a tenere il ritmo soprattutto perché le è mancata il suo metronomo. Ma ha tutto per ripartire, imparando dai propri errori come ha sempre fatto. E concentrandosi sugli aspetti positivi, come i gol di Lautaro e Taremi: è un'iniezione di fiducia individuale che deve essere coltivata.

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