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Se il divario tra i due è ancora così dannatamente ampio non è solo per i meriti del turco. In una squadra con l'ambizione che ha l'Inter oggi non c'è più tempo per aspettare un ragazzo che è arrivato a Milano quasi quattro anni fa e non ha mai percorso la strada ripida e dissestata verso la piena maturazione. Si è fermato a un punto dal quale è impossibile immaginare di allinearsi in qualche modo al resto della squadra.
L'Inter che, già orfana di Acerbi, Pavard e Thuram, ha continuato a perdere pezzi a gara in corso non è riuscita a tenere il ritmo soprattutto perché le è mancata il suo metronomo. Ma ha tutto per ripartire, imparando dai propri errori come ha sempre fatto. E concentrandosi sugli aspetti positivi, come i gol di Lautaro e Taremi: è un'iniezione di fiducia individuale che deve essere coltivata.
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