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Repubblica – Inter-Inzaghi, il soft power funziona. E nessuno se lo aspettava

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L'allenatore protagonista di una svolta di metodo e di gioco della squadra. E la speranza dei tifosi è che la Supercoppa sia solo la prima tappa

Eva A. Provenzano

Non era atteso. Perché, ricordiamolo, quando nell'ambiente si è palesato l'addio di Conte e poi quello di Hakimi e di Lukaku, anche il calciomercato fatto dall'Internon aveva portato grande ottimismo. E Inzaghi era stato accolto sì, ma con una certa freddezza. Più che dai tifosi, dagli esperti. Che davano di nuovo la Juve, che aveva recuperato nel frattempo Allegri e non aveva ancora ceduto Ronaldo, la favorita per lo scudetto.

Pure Beppe Marotta, che Inzaghi lo ha convinto a sbarcare a Milano, si dice stupito di questa Inter. Forse davvero nessuno si aspettava questo rendimento. E lo sottolinea il quotidiano La Repubblica: "Forse persino di Steven Zhang, che alla cena sociale di Natale nel 2018 disse «schiacceremo tutti», ma che presto si è dovuto adeguare all’idea che non si può vincere sempre. Presidente e allenatore si sentono al telefono, si scrivono e si sono abbracciati di fronte alla sagoma scintillante della Supercoppa, la terza vinta in carriera da Inzaghi, una strappata a Sarri, due ad Allegri, tutte e tre alla Juventus. È difficile immaginare qualcosa di più interista", si legge nell'articolo firmato da Franco Vanni.

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Si parla di fattore Inzaghi. Si sente nelle parole dei suoi giocatori, con lui si divertono, si sentono più liberi ma non meno consapevoli. Soprattutto pensano a lui come ad una brava persona, un gran lavoratore però, con un "soft power". E funziona. Perché i numeri dell'Inter non mentono. La media gol è di 2.6 a gara, è di quelle che la rendono seconda in Europa solo al Bayern di Lewandowski ed è la stessa del Liverpool, temutissima rivale di Champions,

49 punti in Serie A, 51 gol realizzati, 13 gol di testa, 347 tiri totali, 16 uomini a segno. Possesso palla salito da 52.8% dello scorso anno a 59.5% di questa stagione.

In estate si parlava di ridimensionamento. "Ma Inzaghi è riuscito a mettere in pratica nel calcio uno dei più antichi sogni di Beppe Grillo: la decrescita felice. Meno soldi spesi ma più gioia. Quel sentimento che ha portato un centrale di difesa, Alessandro Bastoni, a segnare una rete e a fare un assist in una gara pesante come quella con la Lazio. Quel sentimento che ora porta i tifosi a non vedere la vittoria della Supercoppa come un episodio, ma come parte di un nuovo ciclo", conclude il giornalista.

(Fonte: La Repubblica)

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