Dopo Monza ed Empoli è arrivato un altro stop per l'Inter di Inzaghi. Questa volta è la Sampdoria dell'ex Stankovic a rallentare la corsa dei nerazzurri.
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Licari (GdS): “Inter, Inzaghi non esce dai soliti schemi: l’unica intuizione…”
"Ci sono quelle partite che non svoltano neanche tirando cento volte in porta. Samp-Inter rientra forse nella categoria. Ma questo non può essere un alibi per chi insegue il Napoli, sogna i quarti di Champions e affronta la penultima che sul suo campo ha conquistato due punti su trenta".
La Gazzetta dello Sport focalizza l'attenzione sui nerazzurri e sulla poca attitudine nel cambiare a gara in corso:
"L’impressione è che Simone Inzaghi non abbia dato fondo a tutto il suo archivio di idee, lasciando che Samp-Inter s’incamminasse su un binario sempre più prevedibile e quindi facilmente contrastabile dal collega. Non è la prima volta che succede".
Rispetto all'esperienza alla guida della Lazio, ora Inzaghi sembra non voler cambiare l'Inter:
"Nella Lazio s’erano però ammirate variazioni originali sul tema — Luis Alberto seconda punta, lo spagnolo e Milinkovic trequartisti, un quadrilatero offensivo sostenuto da due linee di tre — fin qui sconosciute nel sistema Inter. Può darsi che gli interpreti laziali fossero tatticamente più flessibili. Ma all’Inter domina un 3-5-2 immutabile nei tempi, reso granitico dalla tendenza a sfruttare tutte le sostituzioni possibili soltanto nell’ambito della griglia predefinita: Gosens per Dimarco (o viceversa), un attaccante per un attaccante, un mediano per un mediano. È come se Inzaghi temesse di intaccare o corrompere il suo modello tattico. Legittimo, ma a volte incomprensibile".
Il quotidiano prosegue:
"L’istinto vincente e sovversivo nella preparazione delle partite da dentro o fuori, che ha eliminato il Barça quest’anno e fatto tremare il Liverpool l’anno scorso, cede il passo a un conservatorismo un po’ borghese se il riferimento è la classifica".
A questa squadra manca un vero numero 10 alla Dybala:
"Contro la Samp, e non solo, è mancato il giocatore alla Dybala che crea superiorità con il dribbling o il triangolo stretto al limite dell’area. L’unica soluzione era l’incursione verticale di Dimarco, di gran lunga il più pericoloso, ma parliamo di un terzino-esterno che il calcio moderno trasforma in ala. All’Inter non c’è un Dybala anche perché non lo volle Inzaghi. Quello che più gli si avvicina è Calhanoglu, nato trequartista o attaccante di sinistra e, negli anni, adattato in tutti i ruoli della mediana per una velocità non comune di azione e pensiero, combinata a una tecnica superiore".
La mossa migliore di Inzaghi in questa stagione resta una:
"Reinventare Calha davanti alla difesa, improvvisazione che aveva acceso già la fantasia di Gattuso nel 2019 e di cui la Turchia fa uso spesso. Con il rientro di Brozovic, però, si può benissimo avanzare Calha sulla trequarti, oppure da attaccante esterno. Così come si può inserire Dzeko dietro la Lu-La. Così come si può rinunciare a uno dei tre difensori o, se quello di sinistra si propone stabilmente in mediana, inserire Bastoni che in impostazione è di sicuro più a suo agio. Mourinho, che era più scientifico, ai tempi belli chiudeva anche con il caos organizzato dei cinque attaccanti per recuperare. A Inzaghi serve liberarsi in via definitiva della placenta laziale e impostare un finale di stagione — con tantissimo in gioco — nel nome dell’elasticità".
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