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I nodi da sciogliere sono tanti, in primis i soldi: "Da Zurigo parlavano di 50 milioni di bonus d’entrata, con la prospettiva di arrivare a 100 in caso di successo, mentre più di qualcuno (non solo Ancelotti) ha parlato di una ventina di milioni sul piatto. La Fifa ha sorvolato sulla questione anche durante l’ultimo congresso a Bangkok e potrebbe anche decidere di ripartire il montepremi sulla base del bacino d’utenza dei vari club; l’Auckland City, insomma, potrebbe guadagnare molto meno del Manchester City a prescindere dal percorso che farà. Tra l’altro, non sono ancora noti né gli accordi di sponsorizzazione che dovrebbero rappresentare la principale fonte di entrata, né le città americane che ospiteranno la manifestazione e neppure quali emittenti lo trasmetteranno", commenta il quotidiano. Soldi ma non solo perché c'è un problema legato al calendario, visto il numero ancora più ampio di partite in una stagione che inizia subito dopo l'Europeo e che comprende anche la nuova Champions. Per chi arriva in fondo al Mondiale per Club, si prospettano circa 152 partite nel biennio 2023-2025.
Da non dimenticare poi la questione contratti, visto che i giocatori in scadenza al 30 giugno inizierebbero la manifestazione con una squadra ma senza la possibilità di finirla. "I giocatori in scadenza già da gennaio possono prendere accordi con altre squadre e ci si chiede cosa accadrebbe nel caso in cui, pur avendo una deroga, qualcuno si facesse male durante il Mondiale. Sul torneo irromperà infine il mercato. Un campione potrebbe così cominciare la competizione con un club e finirla con un altro, così come una società potrebbe rinforzarsi e stravolgere improvvisamente i rapporti di forza. Cose del genere non succedono neppure alla playstation", la chiosa del CorSport.
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