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"L’Inter è un caso interessante. Sembra nata per andare in profondità. Il teorico undici titolare è composto da gente che a girarsi gli viene il torcicollo: Dumfries, Barella, Micki, lo stesso Calhanoglu (però danzando), Dimarco e Thuram obbligano i giardinieri a rizollare i corridoi su cui s’involano. E non parliamo di Frattesi che dev’essere frenato per non trascinarsi oltre la linea di fondo. Ma Inzaghi ha lavorato su questa struttura, cercando un equilibrio tra le fughe in avanti e la necessità di cucire una manovra più avvolgente. I 689 tocchi a partita spiegano tanto. I due play servono a modellare questa spinta movimentista in un assalto più ragionato. In attacco l’Inter è spesso disegnata in 2-1-3-4, con due esterni-ali e Bastoni più alto".
"Gli schieramenti di Inzaghi e Allegri obbligano però incursori di professione a razionalizzare la loro corsa. Barella, 2 gol, deve per forza scappare di meno, con Micki altra mezzala. Rabiot, 3 centri, limita le progressioni inarrestabili per non lasciare solo Locatelli. Hanno più occasioni nel loro Dna. Chissà se fin da stasera", aggiunge il quotidiano.
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