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Inter, la grande domanda che Inzaghi deve porsi. Le prossime tre già decisive
C'è una regola non scritta che spesso aiuta a capire il peso di un risultato e di una prestazione: se la partita fa felici i tifosi neutrali, qualcosa è andato storto per entrambe le squadre. Un 4-4 può essere visto da tante prospettive diverse, ma il punto di partenza non può che essere la presa di coscienza di ciò che bisogna migliorare. Perché nel caso dell'Inter non tutto si può addebitare all'assenza di Acerbi e Calhanoglu e alla stanchezza per i tre impegni in pochi giorni.
Si potrebbe archiviare il discorso in poche parole, perché in buona sostanza l'Inter fa tutto da sola. Mette del pepe a un pomeriggio che si era messo subito in discesa con il rigore realizzato da Zielinski in apertura e che poteva tutto sommato assumere i contorni della vittoria anche tranquilla contro una rivale diretta. Per nulla scontato alla vigilia, ma occasione preziosa per come era iniziata la partita. E invece no, perché prima si è fatta rimontare, poi, dopo averla ripresa e dopo aver sbagliato l'impossibile alla fine si fa nuovamente riacciuffare.
L'Inter sul 4-2 ha staccato la spina ed è su quello che bisogna interrogarsi più di ogni altra cosa. Sarebbe potuta finire in goleada, è diventato un pareggio con non poche recriminazioni. Non potrebbe essere altrimenti, considerando le premesse, l'andamento della partita e il gap che obiettivamente ancora esiste tra le due squadre. Inzaghi ci ha messo del suo, perché Bisseck e Frattesi hanno compromesso i già deboli equilibri in campo e perché senza dubbio Lautaro avrebbe meritato il cambio più di Thuram. Col francese in campo l'Inter avrebbe tenuto accesa la fiammella della speranza di vincere, nonostante i disastri difensivi.
Il rischio ora è inevitabilmente quello di un contraccolpo psicologico che è da scongiurare a ogni costo. Perché, in fin dei conti, diminuendo lo zoom sulla partita si riesce a scorgere comunque la positività di un percorso del quale in termini di punti si può essere sicuramente soddisfatti. Inzaghi dovrà ora riuscire a convogliare la delusione per il mezzo passo falso sul binario della voglia di riscatto. Servirà per non distrarsi nei prossimi due impegni sulla carta alla portata con Empoli e Venezia terminare in crescendo il ciclo. 180', che insieme ai 90' col Napoli serviranno a determinare le ambizioni di Inzaghi e dei suoi ragazzi.
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