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Anche dal punto di vista della leadership la terza Inter di Inzaghi è Lautarocentrica, non solo per la fascia al braccio, che ha aggiunto il crisma dell’ufficialità a una situazione già evidente, ma proprio per la maturità raggiunta dal Toro dopo l’esperienza del Mondiale vinto, che si vede anche nei messaggi alla squadra e ai tifosi. Anche per questo la questione del rinnovo, nonostante il tempo non manchi assolutamente (il contratto scade nel 2026) deve seguire la linea della fiducia, dettata prima dal giocatore e poi dal d.s. Ausilio: «C’è fiducia soprattutto perché c’è la stessa intenzione, tutte e due le parti vogliono allungare questo rapporto. È normale che, essendoci una negoziazione in corso, serva pazienza. Ma sono sicuro che alla fine si arriverà a un accordo che accontenterà tutti, perché è ciò che vogliamo».
Del resto, per restare alla sfida con l’ex amico Lukaku, il belga con l’ingaggio tagliato alla Roma guadagna ancora più di Martinez, per cui è vero che non c’è fretta di adeguare lo stipendio di un attaccante top, ma fino a un certo punto. E vale lo stesso per la fuga di Inzaghi, che conferma la formazione anti Juve (Frattesi e Sensi out): rallentare può anche essere fisiologico, ma accelerare farebbe la differenza”, si legge.
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