01:18 min

ultimora

Inter-Milan, La Stampa: “111 anni di derby e aneddoti: dal mezzo limone di Lorenzi a Mazzola che…”

Matteo Pifferi

Aneddoti, curiosità e statistiche sul derby della Madonnina numero 225

Manca poco più di un giorno al derby di Milano numero 225. Passato, presente e futuro che si intrecciano in un match da non sbagliare per la squadra di Conte che vuole continuare a mantenere il ritmo della Juventus. L'edizione odierna de La Stampa, però, propone un quadro storico riportando dati, statistiche e aneddoti curiosi.

"Il libro mastro di una sfida che cominciò il 10 gennaio del 1909 con un Milan-Inter 3-2, e vede oggi una serie aperta nerazzurra di tre vittorie, ultima il 2-0 dello scorso 21 settembre. Nerazzurri favoriti anche stavolta perché i 19 punti di vantaggio in classifica parlano da soli. Con un paio di avvertenze: la prima è che i derby sfuggono al pronostico, ed è così pleonastica da dover essere almeno ricordata con le parole del sommo Brera, secondo cui le stracittadine finite alla rovescia sono millanta che tutta notte canta; la seconda è che il 9 di febbraio si è giocato altre due volte. La prima vinse 1-0 il Milan nel 1913 sul campo di Porta Monforte, la seconda finì 2-2 all’Arena nel ’41".

MEAZZA

"Ma quel giorno il gol del pareggio rossonero lo segnò, nientemeno, Peppino Meazza. Che era stato nel decennio precedente il simbolo stesso dell’Inter, oltre che della Nazionale bi-campione del mondo, e in maglia nerazzurra ne aveva timbrati 12 di gol stracittadini: ma prima di tornare alla casa madre nell’immediato dopoguerra da giocatore-allenatore (con Nino Nutrizio, il mio primo direttore, pensa te, nei panni di direttore tecnico) si era concesso due campionati di guerra nel Milan, segnando per l’appunto quel gol che il popolo interista, ma anche la moglie Rita e le due figlie non smisero mai di rinfacciargli come il più bieco dei tradimenti".

13 SECONDI DI MAZZOLA

"Ma se parliamo di gol, l’anno di grazia fu certamente il 1949. Finì 4-4 il derby del 6 febbraio, con doppiette di Nordhal e Nyers, e addirittura 6-5 per l’Inter quello del 6 novembre che dopo meno di mezzora il Milan del Gre-No-Li conduceva per 4-1. Tre gol li segnò Amedeo Amadei detto il Fornaretto, romano de li Castelli che aveva accettato il passaggio dal giallorosso al nerazzurro solo a patto, nero su bianco, di non giocare contro la Roma. Arrivò a 4 Josè Altafini, nel 5-3 rossonero del 27 marzo 1960. Restituito dall’Inter giusto cinque anni più tardi, 5-2 con doppietta finale di Sandro Mazzola. Che detiene tuttora, e chissà ancora per quanto, il primato del gol più veloce: nel febbraio del ’63 gli bastarono 13 secondi per infilare Ghezzi in uscita dopo una combinazione volante con Suarez e Corso. E fa un certo effetto, rivedendo le immagini, la discussione che ne seguì tra tre difensori milanisti: Maldini, Radice e Trapattoni".

DOPPIETTA PER LA STELLA

"Tra le tante, due doppiette da ricordare nell’anno solare 1979. La prima, primaverile, di De Vecchi, mediano milanista che in porta tirava poco per non dire mai e quel giorno pareggiò una partita già persa con due sventole da fuori area negli ultimi minuti, salvando il primato in classifica che da lì a due mesi fruttò la sospiratissima stella. La seconda, autunnale e bellissima, di Beccalossi, che lanciò l’Inter di Berselliniverso lo scudetto. La goleada più brutale l’11 maggio 2001, il 6-0 del Milan di Maldini con doppiette di Sheva, e va bene, ma anche di tal Comandini all’Inter di Tardelli".

CASARIN E IL MEZZO LIMONE DI LORENZI

"Due grandi classici infine. Il mezzo limone che Benito Lorenzi, il 6 ottobre 1957, piazzò sul dischetto sotto il pallone mentre i suoi continuavano a protestare: il rigore di Cucchiaroni finì ovviamente in curva. Paolo Casarin che dirige il derby del 27 marzo ’77, primo fischietto milanese, sia pur di origini mestrine, ad avere il grande onore. Zero a zero, nessun problema, e a mezza sera la telefonata del suo amico Beppe Viola che gli dice, vedrai che servizio alla Domenica Sportiva. Familiari e amici subito allertati, e al momento buono strane immagini che Viola introduce più o meno così: è stato talmente brutto il derby di oggi che abbiamo pensato di riproporvene di più gradevoli".

(La Stampa)