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L'Inter ha impiegato qualche minuto ad assorbire il colpo dello svantaggio, arrivato dal nulla come uno schiaffo sul volto gelato dal freddo di San Siro. Ha ripreso a macinare e trovato il jolly con Calhanoglu, che a quel punto ha accarezzato l'idea di portare di nuovo a casa il premio di MVP. La ripresa è stata dominio nerazzurro in lungo e in largo, fino ai cambi nerazzurri. Due pali, di cui quello su rigore che fa notizia e conferma che, per quanto possa essere positiva e migliorare ancora, questa stagione in fondo non sarà mai come la scorsa.
Col passare dei minuti evidentemente Inzaghi ha iniziato a farsi andar bene qualcosa su cui Antonio Conte, per la partita che ha giocato il suo Napoli, avrebbe firmato dall'inizio. Le sostituzioni hanno consolidato l'armistizio, rinviando il discorso scudetto alle prossime settimane. Perché servirà tempo per capire chi potrà emergere da una lotta così omogenea. Il pari di ieri non fa rumore e per questo accontenta più Conte stesso.
Di rumore l'allenatore del Napoli ne ha fatto eccome nella pancia di San Siro. Si è scagliato contro un protocollo che sembrava fosse cambiato ieri, quasi ad hoc, per sfavorire la sua squadra. Nulla di più falso, per quanto paradossalmente condivisibile. Mariani dopo il contatto tra Dumfries e Anguissa non poteva essere richiamato dal VAR, come sempre accade. Il giudizio sull'entità del tocco spetta all'arbitro in campo. Da sempre. Ci sono sedi e modi magari per provare a cambiare un protocollo che può essere fallace, ma mai adottato per favorire qualcuno al posto di qualcun altro. I modi possono anche far parte del personaggio, ma certe illazioni rimangono irricevibili. E di sicuro l'Inter non avrà apprezzato.
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