"Quando parliamo di senso di appartenenza è normale che una squadra abbia uno stadio, che è un po' la seconda casa in cui vivi ed esplichi la passione non solo in partita, ma durante tutta la settimana. Si può spaziare da qualsiasi punto di vista, anche culturale. Non necessariamente deve servire solo alla partita.
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Il calcio è fenomeno di aggregazione, per cui l'esigenza c'è. E' la burocrazia italiana che porta a rallentare l'iniziativa. Lo stadio rappresenta un investimento minimo di un miliardo, per cui bisogna tener conto degli effetti positivi che produce. Bisogna eliminare tanti step inutili da affrontare. Milan e Inter hanno volontà di costruire lo stadio, le ultime convergenze sono sul sito di San Siro. L'importante è superare le difficoltà burocratiche".
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