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È la soluzione alla quale le due milanesi lavorano da anni. Costruire un nuovo impianto accanto all’attuale, ora non sembra più un’opzione percorribile perché il Meazza non può essere abbattuto. Adeguarlo ai tempi moderni, seguendo il piano di ristrutturazione di WeBuild, invece è una possibilità. Soprattutto se Sala concederà il diritto di superficie dell’impianto a lungo termine (90-100 anni) e consentirà di lavorare sull’area. Il sindaco non vuole che i due club traslochino altrove e lascino al Comune la Scala del calcio... senza un inquilino. Ci sarà molto da discutere perché, secondo i club, i soldi necessari per i lavori di ammodernamento del Meazza sono molti di più rispetto a quelli ipotizzati da WeBuild. In caso di fumata nera con Sala, ognuno potrebbe portare avanti il proprio progetto. L’alternativa? Costruire insieme lo stadio a San Donato, a Rozzano (l’area su cui ha puntato l’Inter) o altrove.
"Il Milan su San Donato ha fatto molta strada. Dopo che negli ultimi due mesi sono stati svolti i lavori di pulizia e lo sgombero dell’area, la prossima settimana i trecentomila metri quadri dove dovrebbe sorgere l’impianto e le opere civili saranno recintati e messi in sicurezza. Un altro passo in avanti importante, apprezzato dai residenti nella zona, in attesa che l’iter burocratico arrivi al termine. Quando? Entro la fine del 2025. Di certo, ritengono in via Aldo Rossi, a fermare tutto non sarà l’eventuale candidatura del borgo di Chiaravalle come patrimonio mondiale dell’Unesco: le due aree, distanti circa un chilometro, sono separate da una linea ferroviaria, spazi agricoli e da un’autostrada", aggiunge Gazzetta.
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