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Si è svolto ieri a Palazzo Marino l'incontro tra Inter, Milan e il Comune di Milano per affrontare il tema stadio. Si è definitivamente scartata l'ipotesi di ristrutturazione di San Siro. Ora i due club procederanno insieme per costruire uno stadio, probabilmente nella zona di San Siro.
"L’incontro ha soddisfatto i rossoneri, per la disponibilità del sindaco e la ritrovata affinità con l’Inter. La ristrutturazione di San Siro è un no deciso per entrambe le società: i costi (che si avvicinano a quelli di una nuova costruzione), l’impossibilità di giocare in uno stadio in rifacimento e quella di traslocare in un impianto vicino (come invece aveva potuto fare il Real Madrid). Da qui l’idea di tornare all’ipotesi di un nuovo stadio milanese, con i soliti ostacoli da superare ma con un clima diverso, che rende il club rossonero più ottimista. Per la società è un ritorno a un antico progetto, ma senza più ripartire da zero: il dossier è stato nel frattempo trattato in varie sedi istituzionali. Restano però incognite e dubbi. Il passaggio chiave per il Milan resta quella con la sovrintendente, per capire se lo sviluppo del progetto dei club può essere coerente con quello del comune: più volte il presidente Scaroni ha parlato del desiderio di costruire a Milano «lo stadio più bello del mondo». Fin quando l’eventuale ipotesi di un nuovo impianto milanese nell’area di San Siro non diventerà a tutti gli effetti realistica, il club non abbandonerà il progetto a San Donato, su cui è già ben avviato. Progetto su cui il Milan lavora da due anni e su cui ha investito circa 50 milioni di euro. Cosa fare invece del vecchio San Siro? Per i rossoneri, studiarne una rifunzionalizzazione che preveda l’ampliamento di spazi verdi a disposizione dei cittadini milanesi", spiega La Gazzetta dello Sport.
INTER - "Ad aprile è stata rinnovata l’esclusiva sui terreni di Rozzano di proprietà di Infrafin fino al 31 gennaio 2025. Ma intanto anche il club nerazzurro guarda alla possibilità di un impianto cittadino. Mentre anche per l’Inter San Siro andrebbe rifunzionalizzato in modo netto e destinato a un altro uso. Lo stadio Meazza non potrà essere abbattuto a causa del valore storico del secondo anello costruito negli anni Cinquanta, vicino a superare i 70 anni di età decisivi per raggiungere il «requisito della vetustà». L’ultimo appunto si rifà alla lettera del 9 agosto scorso. Gli ultimi due punti sono caduti, ma il primo è ancora in piedi, ovvero «l’acquisto delle aree per lo sviluppo del nuovo stadio e delle strutture connesse, nel rispetto degli indici previsti dal vigente Piano di Governo del Territorio con la rifunzionalizzazione dell’impianto». Entrambi i club inoltre sono d’accordo sull’acquistare lo stadio e i terreni accanto all’impianto", spiega Gazzetta.
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