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"Si tratta di un atto dovuto e che anticipa altri eventi successivi. I tesserati coinvolti nel caso saranno probabilmente chiamati a rispondere alle domande del procuratore sulla reale natura dei rapporti vietati dalle norme Figc. Al comma 1 dell’articolo 25 del Codice di Giustizia Sportiva sulla prevenzione dei fatti violenti si legge: «Alla società è fatto divieto di contribuire, con interventi finanziari o con altre utilità, alla costituzione e al mantenimento di gruppi organizzati e non organizzati di propri sostenitori, salvo quanto previsto dalla legislazione statale vigente». Per tale violazione si applica la sanzione dell’ammenda che per le società di Serie A va da 10mila a 50mila euro. Il comma 10, invece parla dei tesserati, a cui «è fatto divieto di avere rapporti con esponenti di gruppi o gruppi di sostenitori che non facciano parte di associazioni convenzionate con le società. Dette convenzioni, stipulate secondo le condizioni previste dall’art. 8 del D.L. n. 8/2007 convertito in legge con la L. n. 41/2007, devono essere validate dalla Federazione. In ogni caso tali rapporti devono essere autorizzati dal delegato della società ai rapporti con la tifoseria. In caso di violazione delle disposizioni di cui al presente comma, si applicano le sanzioni di cui al comma 9». Comma 9 che per le violazioni in ambito di Serie A prevede una sanzione di 20mila euro".
"Nel 2017 per la vicenda dei rapporti della Juventus con gli ultras della Curva Sud, l’allora procuratore federale Giuseppe Pecoraro chiese 30 mesi di inibizione e 50mila euro di ammenda per Andrea Agnelli, due turni di campionato a porte chiuse più un ulteriore turno di sospensione per la Curva Sud dell’Allianz Stadium. Alla fine, la Corte Federale cancellò i 30 mesi ad Agnelli, a cui fu inflitta una multa di 100mila euro. Il club fu invece multato di 600mila euro e con un turno della Sud chiusa", chiude Gazzetta.
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