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Non ci sono tempi o scadenze, ha riferito la Procura, anzi, l’incontro di ieri, come hanno confermato i due club, è il primo di una lunga serie che servirà, appunto, per risolvere le varie situazioni. Perché, come ha sottolineato in serata il presidente della Lazio, Claudio Lotito, «bisogna solamente assumere una posizione chiara, scegliere tra la legalità e il consenso e per i club è assolutamente obbligatorio scegliere la legalità che comporta l’allontanamento di tutti quei soggetti che usano il calcio come fonte di profitto». Milan e Inter - che lo stesso Viola lunedì aveva indicato come «parti danneggiate» -, per questioni di riservatezza, hanno preferito non rivelare il tema dell’incontro di ieri con la Procura (che presto ascolterà come persone informate dei fatti i vari Simone Inzaghi, Zanetti, Skriniar, Calabria e forse pure Calhanoglu e Barella), ma hanno entrambe confermato la proprietà serenità e la totale apertura a collaborare con gli inquirenti.
Il Milan lunedì aveva diramato una nota ufficiale nella quale ribadiva «massima collaborazione per fornire qualsiasi documentazione richiesta», mentre per l’Inter si era esposto il presidente Beppe Marotta martedì: «Siamo a totale disposizione della magistratura: lo eravamo prima e a maggior ragione ora attraverso i nostri legali: l’Inter è una società integerrima, che agisce in modo trasparente e questi sono i presupposti per non temere nulla».
L'Inter ha per altro ribadito agli inquirenti quanto aveva già riportato nella memoria difensiva inviata alla Procura il 30 aprile, quando erano emerse le prime notizie su infiltrazioni criminali nel tifo organizzato, dove aveva illustrato come ogni concessione fatta alla Curva Nord, come i biglietti, era sempre stata coordinata con la Digos”, si legge.
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