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Lunga intervista concessa da Aldo Serena, ex calciatore di Inter e Milan, ai microfoni de Il Giorno in vista del derby di domani sera. L'attaccante ha paragonato le due squadre, ma non solo.
Serena, come si arriva a questa partita?
«In generale con l'Inter favorita rispetto al Milan, ma i rossoneri nel 2020 hanno invertito la rotta. Non tanto sotto il profilo del gioco, quanto nei risultati. In questo Ibra ha messo lo zampino».
Chi sceglierebbe tra lo svedese e Lukaku, se fosse uno dei due allenatori?
«Qualche anno fa avrei scelto Ibrahimovic, oggi prendo Lukaku. Sta entrando nella fase della completa maturazione, Boniperti diceva sempre che dai 26 ai 30 anni si dà il meglio di sé. Ibrahimovic ne ha 38, il dinamismo non è più quello di un tempo. Per questo Milan va benissimo anche a quell'età, il suo arrivo è stato una panacea».
«I concetti del tecnico interista sono quelli del gruppo, del giocare uno per l'altro, sacrificandosi. Aveva bisogno, per far toccare con mano ai suoi calciatori il suo credo, di qualcuno che incarnasse questo spirito. Lukaku è un trascinatore generoso, dà consigli e ha l'atteggiamento giusto. Lautaro è diventato quel che è perché ha capito quale strada prendere per diventare un grande e sta al gioco del compagno di squadra, tecnicamente e come spirito. Lo scorso anno, posto che non ha giocato spesso accanto a Icardi, non è cresciuto così».
Quale sarà la chiave della stracittadina?
«I primi 20', quando spesso l'Inter ha indirizzato le partite verso la vittoria. L'avvio sarà fondamentale perché i nerazzurri spingeranno e il Milan dovrà essere abile a non subire la veemenza dell'avversario».
Quando potremo assistere nuovamente a un derby in cui entrambe giocheranno per l'alta classifica?
«L'Inter si è posizionata come società e come acquisti, allenatore compreso, su un alto livello. Hanno fatto operazioni mirate anche a gennaio. Nel Milan c'è stato un po' un peccato di gioventù, non si possono fare squadre di sole promesse. Due o tre giocatori di esperienza servono per assorbire le critiche che sempre ci sono nelle grandi squadre. È difficile giocare nel Milan in certi frangenti. Ecco perché Ibrahimovic ha contato molto. Il discorso è poi legato alla Juventus, se i bianconeri restano questi, difficilmente i derby si giocheranno per lo scudetto».
Lei ha giocato derby con ambo le maglie. Avrebbe preferito diventare una bandiera di una delle due squadre?
«Io ho giocato col Montebelluna fino a 18 anni. Il sogno era fare il Baresi o Bergomi della situazione, non è capitato perché l'Inter mi ha dato spesso in prestito. Di sogno ne ho realizzato un altro, resto l'unico ad aver vinto lo scudetto con Milan, Inter e Juventus. Alla fine così ho imparato tanto con dirigenti e persone differenti».
Un passo indietro, alla sua esperienza con l'Inter: è d'accordo con chi paragona Barella a Matthaus?
«Possiamo accostarlo come caratteristiche, ha un ottimo cambio di passo ed è deciso nel tackle. Oggi sarebbe però gravoso per Barella prendere questa etichetta. Confermare quanto ha fatto Lothar è difficile: ha vinto il Pallone d'Oro, il Mondiale. Gli assomiglia, ma mi fermerei lì».
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