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Non è ancora svanita, in Kalidou Koulibaly, l'amarezza per quanto accaduto lo scorso 26 dicembre a San Siro durante Inter-Napoli. Il difensore senegalese ha subito numerosi buu razzisti, che al club nerazzurro sono costati 2 gare a porte chiuse, più una senza Curva Nord. Il segno tangibile che, sul fronte razzismo, in Italia c'è ancora molto lavoro da fare. Intervistato dai canali ufficiali del Napoli, Koulibaly ha detto:
"Penso che in tutta questa vicenda ci siano state anche molte cose positive. Prima di tutto la vicinanza della mia famiglia, che per me è stata importantissima. Poi ci sono stati tantissimi messaggi, anche di persone che non conosco, che mi hanno mostrato vicinanza. Sono avvenuti dei fatti negativi, ma il sostegno avuto non lo dimenticherò mai e mi ha fatto crescere molto. Io simbolo della lotta contro le discriminazioni? Mi fa piacere sì e no. Questo perché se ancora oggi dobbiamo lottare contro le discriminazioni c’è qualcosa che non va. Siamo tutti uguali: questo è quello che mi hanno insegnato fin da piccolo e che sto cercando di trasmettere anche io a mio figlio. E’ una lotta importante che mi fa comunque piacere combattere. Dobbiamo insegnare ai bambini il valore dell’uguaglianza fin dalla scuola primaria. E’ quello che faccio con mio figlio anche se è difficile spiegargli cos’è il razzismo. Differenze tra la Francia e l’Italia sul tema delle discriminazioni? In Francia sono nato e non ho mai avuto problemi di questo genere. Sia nella vita che nel calcio. Dove sono cresciuto ho avuto modo di relazionarmi con amici turchi, arabi, senegalesi e francesi. Non ci sono mai stati problemi. La Francia sotto questo punto di vista è molto diversa dall’Italia e più avanzata".
(Fonte: TV ufficiale Napoli)
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