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Italia, Spalletti promuove i nerazzurri. Barella, Dimarco e Bastoni punti fissi

Spalletti pensa a qualche cambio, che non dovrebbe riguardare i giocatori dell'Inter, tra i migliori nella gara degli Azzurri

Dopo il pareggio con la Macedonia, ora l'Italia dovrà vincere contro l'Ucraina per non complicarsi il cammino. Spalletti pensa a qualche cambio, che non dovrebbe riguardare i giocatori dell'Inter, tra i migliori nella gara degli Azzurri.

"Se c’erano dubbi, e non ce n’erano in realtà, sabato sera Nicolò Barella ha confermato di essere il vero leader di questa Nazionale. In campo, perlomeno. Nell’arco dei novanta minuti, al di là degli alti e bassi che hanno coinvolto un po’ tutti, in pochi hanno dato l’impressione di riuscire a mantenere l’incidenza sulla partita che sarebbe servita. Considerando le esigenze della gara, hanno dato per quanto richiesto soprattutto Bastoni, Dimarco e anche Scalvini, quando è entrato. E ovviamente Barella. Non solo azzurro ma molto nerazzurro, insomma", scrive La Gazzetta dello Sport.

"L’interista è stato il migliore perché ha fatto di tutto per brillare un po’ in tutto. I numeri non mentono ed è l’unico presente in tutte le voci “attive”: contrasti vinti, duelli e duelli vinti, palloni intercettati, palle recuperate. È stato il più attivo e il più incisivo: da quel suo tiro rabbioso e improvviso - che gol sarebbe stato - respinto dalla traversa è nato il tap in di testa di Immobile per l’1-0. Il più ispirato: con due lanci perfetti, nel primo tempo ha visto in anticipo gli inserimenti di Dimarco e Tonali. Barella il più continuo nel mettere pressione alla Macedonia, alla ricerca di qualcosa che spezzasse un equilibrio illogico, risvegliasse la superiorità tecnica della squadra: mai emersa, se non a tratti, per quanto era naturale aspettarsi. E in definitiva Nicolò è stato anche il più lucido nel cercare gli spazi migliori dove veicolare con più qualità la circolazione della palla: quella studiata per spezzare la linea difensiva macedone".

"Come Barella, anche Federico Dimarco a Skopje ha pagato alla fine un po’ di fatica. Poteva essere l’uomo della partita, perché la prima vera chance da gol era stata sua e sarebbe stato il premio alla solita partita adrenalinica. L’Italia per un po’, all’inizio, si era orientata soprattutto a destra, poi quando è stato chiaro a tutti che Dimarco era pronto ad accendere il motore, è stato ovvio chiamare con più frequenza i suoi tempi di inserimento, le sue sovrapposizioni accompagnate dagli incroci previsti, dunque la sua capacità di dialogo nello stretto e di crossare: nessuno fra gli azzurri - secondo i dati Opta - lo ha fatto con la stessa precisione". 


"Idem per Bastoni, forse meno propositivo che nell’Inter come da obblighi di una linea a quattro, nonostante la protezione di Cristante, ma regolare nell’assolvere i suoi compiti difensivi e anche nelle impostazioni in cui è stato coinvolto: i suoi 92 passaggi positivi sono stati il record di squadra della serata. Il senso dell’anticipo è il suo pane, da spezzare necessariamente quando la squadra ha bisogno di intensificare il recupero palla", aggiunge Gazzetta.


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