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Inter senza concentrazione, solo Sommer all’altezza. Nessuno ha raschiato barile dell’orgoglio

Andrea Della Sala Redattore 
Inter e Milan ora sono appaiate a 8 punti in classifica, Inzaghi dovrà rialzare subito la squadra

Brutta partita dell'Inter che entra in campo quasi scarica nel derby. A portarlo a casa, meritatamente, è il Milan con il gol di Gabbia nel finale. Inter e Milan ora sono appaiate a 8 punti in classifica, Inzaghi dovrà rialzare subito la squadra, sabato c'è l'Udinese.

"Tutti aspettavano la solenne sculacciata dell’Inter campione, ulteriormente ingigantita dall’incrocio col City, al piccolo Diavolo, demolito dal Liverpool e immerso nelle polemiche, e invece ha vinto il Milan, a 750 giorni dall’ultimo successo nella stracittadina (3-9-22). Paulo Fonseca ha chiuso il rubinetto, dopo 6 derby targati Inter, e si è spalancato un futuro. Può scendere dalla graticola, perché il merito maggiore della vittoria è suo per come se l’è giocata. Con coraggio e intelligenza. I 4 attaccanti (4-2-4) hanno impedito ai nerazzurri di costruire come usano e, soprattutto, ha costretto i centrocampisti di Inzaghi a rinculare, perché ogni lancio rossonero metteva la difesa nerazzurra in inferiorità. Fonseca sapeva che l’Inter, con un giorno di recupero in meno, avrebbe pagato la fatica di Manchester. L’ha costretta a correre e, alla fine, l’ha infilzata", analizza La Gazzetta dello Sport.

"L’Inter ha speso troppo all’Etihad, in testa e gambe. E’ entrata in campo senza la concentrazione feroce di Manchester e non è mai riuscita ad alzare pressing e ritmo. Ci sta. Ma di più poteva fare. Nessuno ha raschiato il barile dell’orgoglio. Per un derby si deve. Solo Sommer all’altezza. Comprensibili anche i cambi di Inzaghi, ma togliere di colpo a metà ripresa tutta la mediana titolare, di fatto, ha consegnato il derby al Milan. Prima sconfitta stagionale, dopo due mezzi passi falsi (Genoa, Monza). Per difendere il titolo, serve di più", aggiunge il quotidiano.