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Inizia dalla fine il racconto de La Gazzetta dello Sport sull’amara serata dell’Inter di ieri. Dalle lacrime dei giocatori, dai cori dei tifosi: ecco il bilancio sulla stagione nerazzurra della rosea. “Cominciamo dalla fine: il pianto a dirotto di Dimarco, giocatore ultrà; le lacrime di Lautaro; Ranocchia commosso per la sua ultima partita in maglia nerazzurra; Perisic in stampelle con gli altri sotto la curva. Occhi umidi a profusione, acuiti dai cori a squarciagola della Nord. I giocatori e le loro famiglie sul campo, mogli, compagne e figli piccoli sgambettanti, come se la coppa del campionato avessero dovuto consegnarla qui e non a Reggio Emilia. Scene da una non festa, la «festa» dello scudetto buttato via.
Perché l’Inter questo ha fatto, ha gettato nel cestino un titolo di cui avrebbe potuto disporre per manifesta superiorità. Si è spenta nel derby di ritorno, per un mese e mezzo è andata in letargo e quando si è risvegliata, è scivolata sulla buccia di banana di Bologna. Un percorso molto interista, tra inspiegabili sparizioni, folgoranti rinascite e contorsionismi dell’anima. Per paradosso, ma non troppo, una sera di maggio come questa rafforza l’interismo, quel sentimento in cui le sconfitte lasciano comunque qualcosa. E nel giorno della grande delusione, la signorilità non è andata perduta, anzi: «Complimenti al Milan – ha twittato il club -. Quest’anno è stata una bellissima sfida. Ci vediamo l’anno prossimo»”, si legge.
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