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Uno 0-0 che dà convinzione europea. L'Inter tiene testa per gran parte della partita al Manchester city, soffre nei minuti finali, ma ha avuto anche qualche grande occasione per passare in vantaggio. Prestazione di livello per la squadra di Inzaghi che ora si può concentrare sul derby.
"Serve una partita gigantesca», aveva spiegato Simone Inzaghi alla vigilia. Accontentato. Basta chiedere. L’Inter esce imbattuta dall’Etihad Stadium (0-0), ma senza omaggiare la mistica italica della difesa a oltranza e delle randellate. Dal 2018 una squadra sola (il Bayern 2022-2023) era riuscita a tirare almeno 10 volte in un tempo verso la porta del City, come ha fatto l’Inter. Zero cartellini gialli, che in match di questo genere sono la regola. I nerazzurri non hanno avuto bisogno di spazzare e di picchiare. Si sono difesi sempre con ordine, uscendo, gelidi e puliti, palla al piede e, appena hanno potuto, sono ripartiti. Una prestazione di grande personalità che ha dato all’Inter la risposta che cercava: sì, è all’altezza del City e di ogni altra pretendente alla Champions. Con il miglior Lautaro e con un Thuram più cattivo, avrebbe potuto anche vincere. Le occasioni non sono mancate. Ma va benissimo così", analizza La Gazzetta dello Sport.
"Delle precedenti 31 partite casalinghe di Champions, Guardiola ne aveva vinte 28 e pareggiate 3. Cifra che dà il giusto valore al punto nerazzurro. Perfetto Inzaghi, tutte le sue scelte hanno pagato, a cominciare da Zielinski, al debutto da titolare. È stato uno dei migliori. Ma bravi tutti, da un invalicabile Sommer, a un cattedratico Bastoni, a Taremi, sempre utile. Due note di merito speciali: a Barella, capitano trascinatore, impressionante per raggio d’azione ed efficacia in ogni zona del campo; e ad Acerbi che si è ingoiato Haaland come a Istanbul. Il Mostro, annunciato da 9 gol in 4 partite, cercava quello numero 100 nel club. Sarà per un’altra volta. Come tutto il City, compreso Rodri, è rimbalzato impotente e confuso contro il muro nerazzurro", aggiunge Gazzetta.
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