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L'Inter questa sera a Praga si gioca tanto. Servono due vittorie per accedere matematicamente agli ottavi di Champions League. E la mente dei nerazzurri va subito a quella serata nel 2009...
"Millequattrocentro chilometri più a ovest, 3.675 giorni dopo. Eppure questa Praga sembra Kiev, novembre come allora, freddo che punge, un allenatore che fatica ad addormentarsi all’idea che l’indomani pure potrebbe non dormire, per colpa di una sconfitta. Antonio Conte sta male quando perde e male starebbe anche l’Inter, che stasera - come dieci anni fa Mourinho - si gioca la qualificazione Champions. Senza appello, tutto o niente, vittoria o inferno. O purgatorio dell’Europa League, che non si quale delle due è peggio. Eh sì che Praga sembra Kiev. E sì che sul piatto c’è una credibilità europea che l’Inter – da quel Triplete – non ha più recuperato. In gioco ci sono i soldi, Steven Zhang dalla tribuna controlla e tira le somme. Ma c’è anche uno stato d’avanzamento dei lavori da verificare. Perché una mancata qualificazione vorrebbe dire rinviare il processo di crescita, almeno nel parallelo con la scorsa stagione. Conte li chiama step, la verità è che un mancato accesso agli ottavi sarebbe accostabile alla delusione di 12 mesi fa", spiega La Gazzetta dello Sport.
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