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Il Giornale – Inter, non è Inzaghi il problema. Ma un segnale è da tenere in conto

Eva A. Provenzano

La squadra nerazzurra ha superato una fase delicata e non è riuscita ad imporsi negli scontri diretti, ora il calendario si fa più semplice

"È più grande la soddisfazione di aver evitato il sorpasso del Napoli che non la delusione per aver subìto quellodel Milan. Altra cosa sarebbe stata per l’Inter perdere per la seconda volta di fila, 7 giorni dopo il derby e alla viglia del Liverpool. Napoli era crocevia importante sulla rotta dello scudetto. Rientrare in partita dopo esserne stato sbattuto fuori prima da un rigore e poi soprattutto dalla forza dell’avversario, è stato segnale importante, di cui la concorrenza farà bene a tenere conto". Il quotidiano Il Giornale parla così del pareggio a Napoli dell'Inter. Ora il calendario dice che sono rimasti solo gli scontri con la Juventus e la Roma, la parte complicata è finita e ora i nerazzurri si devono concentrare sul Liverpool. 

E se qualcosa è andato storto nell'ultimo periodo, per il quotidiano, non è amputabile al lavoro di Inzaghi: "Piace ricordare come nel girone di ritorno, la Lazio di Inzaghi abbia in passato avuto dei cali. Ma spesso si tratta di un ricordo confuso. La vera frenata è del giugno 2020 (dopo le 5 vittorie consecutive che prima del lockdown aveva-no portato i biancocelesti a 1 punto dalla Juventus) nel campionato più anomalo nella storia del calcio. Non dovrebbe nemmeno fare statistica. Già solo l’anno scorso, la Lazio fece 34 punti all’andata come al ritorno, confermandosi in entrambi i casi al sesto posto. Non è quindi nello staff tecnico che va cercato il punto debole dell’Inter", si legge. 

In questo momento la concorrenza viaggia più forte e l'Inter ha cinque punti in meno rispetto alla passata stagione. Ma ci sono ancora tre punti in palio nella gara da recuperare con il Bologna che non si sa ancora quando verrà recuperata. in Champions sembrano esserci buone chance per Bastoni di recuperare. Sanchez potrebbe prendersi il posto di Lautaro accanto a Dzeko.

(Fonte: Il Giornale)