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Inter, qualcosa è cambiato: il muro in difesa non c’è più. E c’è un problema nei finali di gara

Andrea Della Sala Redattore 
L'Inter subisce troppe reti, molte di più di quante ne prendeva nella scorsa stagione. E cala nei minuti finali delle partite

L'Inter concede troppi gol. Lo scorso anno la squadra di Inzaghi era impenetrabile, ora le reti al passivo sono troppe. Gli avversari trovano la via del gol con troppa facilità, in più i nerazzurri non è la prima volta che non chiudono la gara.

"Non è che prima di questa allegra domenica di fine ottobre fossero mancati i dubbi sulla difesa dell’Inter, ma il derby d’Italia ha certificato un problema persistente, e preoccupante: il reparto su cui Inzaghi ha costruito l’impresa stellata si è temporaneamente smarrito. Era un muro di cemento, adesso si vedono i buchi e la calce che cola giù. Lo si nota dai numeri, 13 gol presi in 9 partite di campionato (l’anno scorso per prenderne tanti erano servite 27 giornate: era il 4 marzo e la seconda era a -15...), e dall’atteggiamento distante anni luce da quello dello scudetto. Gli errori dei singoli si sommano a quelli collettivi e a una condizione atletica che cala nei finali. Ora le reti prese dall’80’ in poi sono sei e cinque i punti già in tasca buttati alle ortiche. Anche così si spiega la galleria degli orrori di ieri: Vlahovic e McKennie che banchettano da soli nell’area piccola, Weah libero di raddoppiare e poi le voragini regalate a Yildiz. Al conto, va sommata la sofferenza estrema sulla fascia sinistra causata da Conceiçao. Non c’era un interista capace di capire da che parte schizzasse. Tra l’altro, nelle ultime due gare, all’Olimpico e a Berna in Champions, i nerazzurri avevano richiuso la porta ed evitato gli spifferi dopo tempo ma, in fondo, in entrambe le occasioni un golletto poteva sempre scapparci", sottolinea La Gazzetta dello Sport.

"La difesa ha patito anche perché davanti ai tre centrali, comunque sbadati, non c’era la solita barriera. L’assenza di Calha si è paradossalmente vista più in fase difensiva, Zielinski è meno abituato del turco a usare l’elmetto. Alla fine, quattro gol presi in una sola partita: all’Inter non succedeva dal 19 maggio 2019, quando il Napoli di Ancelotti trionfò 4-1 al San Paolo contro la squadra di Spalletti. Da allora è cambiato il mondo, in mezzo una pandemia e due scudetti nerazzurri. In quella occasione, vedi il destino, aveva aperto la sfida Zielinski, allora napoletano e oggi di casa a Milano: il polacco è entrato in una squadra quasi perfetta che andava solo abbellita un po’, ma che nel mentre pare priva di istinto killer. Nella scorsa stagione divorò tutti gli scontri diretti, concedendo solo un pari alla Juve a Torino, mentre stavolta tra il derby cittadino e quello di Italia ha raccolto solo un punticino e sei reti. Qualcosa è cambiato, soprattutto là dietro", aggiunge il quotidiano.