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Inter, Rafinha ha già fatto il primo assist. Se non fosse stato per lui al Barça, Icardi…

Andrea Della Sala

Il brasiliano veniva schierato dai blaugrana come falso nueve e ha chiuso la porta all'attaccante

In attesa di capire se Rafinha vestirà la maglia dell'Inter, il brasiliano ha già fatto un grande regalo ai nerazzurri: se non fosse stato per lui, forse oggi i nerazzurri avrebbero un altro centravanti e Icardi se lo starebbero godendo al Camp Nou. La storia di Maurito ai più è nota: da adolescente viveva alle Canarie, dove si era trasferito da Rosario con la famiglia, segnava un numero irreale di gol nelle giovanili del Vecindario, lo volevano tutte le big di Spagna e nel 2008 approdò al Barcellona. Quale scelta migliore? La cantera per eccellenza, la propensione nel forgiare e lanciare i giovani, la presenza di Leo Messi – di Rosario come lui – con il quale Icardi costruì subito un bel rapporto. Insomma, la rampa di lancio verso la maglia blaugrana era bella che spianata. In due anni però non ci arrivò mai, e sulla carta le cose non andarono neanche male: 38 gol in due stagioni (alle Canarie erano 380...), due campionati e una Copa Catalunya vinti, il primo contratto di sponsorizzazione conquistato. Però il suo compagno di casa Sergi Roberto, per dire, in prima squadra già si affacciava, e sulle Ramblas già si magnificavano le future gesta in blaugrana di Tello, Bartra, Deulofeu, Gus Ledes e gli altri craque delle giovanili. Icardi no, il nome non girava molto: lui era cresciuto con il mito di Batistuta e il Padreterno gli aveva dato uno chassis tale da poterne emulare le gesta, il problema era che Bati e Mauro facevano i centravanti e il Barça con il centravanti non ci giocava.

Il 9 di Guardiola aveva il 10 e si chiamava Messi, e anche le giovanili dovevano adeguarsi. E chi faceva il falso nueve spesso e volentieri a La Masia, chiudendo così la via dell’area a Maurito? Proprio Rafinha. Mentre suo fratello Thiago diventava la prima alternativa di Pep ai tre della mediana (Busquets-Iniesta-Xavi), il secondo dei figli di Mazinho veniva forgiato al centro del tridente. Così Icardi ci ragionò su, convenne con i suoi agenti che l’Italia gli sarebbe stata più comoda, si innamorò di lui il superscout della Samp Pecini e il resto è storia recente. E quando Mauro a Castellammare di Stabia segnava il suo primo gol italiano, Rafinha faceva ancora la punta nel Barça B. Poi però la sua carriera, tra colpi da biliardo e infortuni, l’ha fatta, i rapporti con Maurito sono sempre stati ottimi, solo che magari adesso gli toccherà il compito inverso. Invece di chiudergli l’area, in maglia nerazzurra gli toccherà mandarcelo per segnare.

(La Gazzetta dello Sport)