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"Taremi non è l’ultimo arrivato in Champions, è stato uno dei simboli del Porto con 10 gol, spesso molto belli. L’eleganza e l’agilità di movimenti solo in apparenza confliggono con un fisico imponente. Seconda punta di movimento, con incursioni improvvise, spazi aperti per chi arriva da dietro e presenza scenica in area: questo il suo “ruolo”. I gol non sono mancati. Ma, se il derby è storia a sé, Genoa e Monza hanno spiegato che l’Inter non più risolve le situazioni di superiorità conclamata come una volta. Fermarla è più semplice".
"Non è azzardato immaginare che la Stella Rossa comincerà con circospezione, per evitare la partenza di Belgrado contro il Benfica, sotto di due gol in neanche mezz’ora. Poi però i serbi sono rientrati in partita, segnando il 2-1 nel finale. La difesa è parsa debole sia in azione sia sui calci piazzati, a sinistra i portoghesi hanno imperversato. In fascia c’era Seol che però stasera potrebbe traslocare a destra. La Stella Rossa ha cercato il gol da fuori ed è riuscita a entrare pericolosamente in area soltanto nell’occasione del gol. Le discese di Dumfries possono creare scompiglio. Le incursioni di Frattesi, in panchina al fixing della vigilia, potrebbero squarciare il 4-2-3-1 serbo. L’Inter cerca punti, risposte e soprattutto sé stessa prima di Torino, Roma, Young Boys e Juve", chiude Gazzetta.
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