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MILAN, ITALY - MAY 23: Coach Antonio Conte of FC Internazionale during the Serie A match between FC Internazionale Milano and Udinese Calcio at Stadio Giuseppe Meazza on May 23, 2021 in Milan, Italy. Sporting stadiums around Italy remain under strict restrictions due to the Coronavirus Pandemic as Government social distancing laws prohibit fans inside venues resulting in games being played behind closed doors (Photo by Mattia Ozbot/Getty Images)
Andrea Di Caro, giornalista de' La Gazzetta dello Sport, analizza la situazione in casa Inter nell'edizione odierna del quotidiano sportivo. Il cronista ha espresso la sua idea nella rubrica "La pensiamo così".
"Dopo undici anni di attesa, i tifosi dell’Inter non meritano che la festa-scudetto sia già sostituita dai problemi, i dubbi, le partite di scacchi o di poker. Le uniche partite che l’Inter deve giocare sono quelle in campo, le altre fanno solo male. A tutti. Alla società, al tecnico ma soprattutto ai tifosi, i primi a meritare quella chiarezza che il club fatica a fare.
Si attendeva ieri un incontro chiarificatore tra Zhang, Conte e i dirigenti, per espressa, lecita e comprensibile richiesta del tecnico che, dopo essersi messo l’Inter sulle spalle e aver vinto lo scudetto, vuole sapere quali sono i programmi futuri, avere garanzie sull’incedibilità dei punti fermi e capire che disponibilità esiste per sostituire i partenti e gli uomini in scadenza di contratto. Dopo aver costruito il suo gruppo di ferro, Conte ora lotta perché non venga indebolito e siano mantenute alte quelle ambizioni societarie che lo avevano portato ad accettare la ricca offerta nerazzurra due anni fa. Non sta chiedendo altri soldi o prolungamenti di contratto, ma solo garanzie.
Sembrava che l’atteso incontro fosse in agenda, ora trapela dall’Inter - da chi covava fino a ieri le stesse perplessità di Conte... - che non c’è più urgenza di vedersi, che Antonio già sa, e che spetta a lui sciogliere le riserve. Non è così però che la storia era stata raccontata fino a domenica. Si comincia a respirare una certa tensione, ed è un peccato. Conte chiede un confronto in cui tutti siano presenti per non incorrere in futuri equivoci, doppie versioni, scelte diverse da quelle promesse. È chiaro che questa richiesta è figlia di un sentimento di non totale fiducia o di semplice paura che possibili difficoltà future (magari a vendere chi non serve...) poi possano far cambiare i piani.
Ma anche la società che pare sottrarsi a questo incontro «aperto» non rassicura granché. Chi sta a guardare, con preoccupazione crescente, è il popolo nerazzurro, per il secondo anno di fila nel dubbio se il condottiero resterà al timone oppure no. È soprattutto verso i tifosi che la società dovrebbe stringere i tempi, per regalare certezze e, tenendo Conte, dimostrare che lo scudetto è solo il primo di tanti traguardi ancora da raggiungere".
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