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TS – Inzaghi si traveste da Mou e Conte: usa gli artigli per scuotere l’Inter

Alessandro De Felice

Il quotidiano sportivo analizza le parole del tecnico nerazzurro Inzaghi e i temi in casa Inter verso la gara con la Roma

Un Simone Inzaghi diverso rispetto al passato. Alla vigilia di Inter-Roma, il tecnico nerazzurro affila gli artigli e carica i suoi respingendo le accuse e ricordando il suo passato vincente, sia ai tempi della Lazio che dopo la prima stagione all'ombra della Madonnina.

"La mia storia dimostra che dove alleno io aumentano i ricavi, si dimezzano le perdite e arrivano i trofei". A parlare non è José Mourinho (ieri rimasto silente, come puntualmente accade quando ritrova la “sua” Inter), ma Simone Inzaghi, allenatore - a differenza dello Special One - che di certo non deve la sua popolarità alle tempeste mediatiche da lui innescate. Restando a latitudini nerazzurre, era dai tempi di Antonio Conte che un allenatore non rivendicava con tanta forza il suo curriculum e pure il lavoro fatto ad Appiano. Inzaghi lo ha fatto in un momento già decisivo della stagione e (forse) della sua parabola all’Inter. Con Roma, Barcellona e Sassuolo, il trittico di partite dopo la sosta, la società - che, dopo Udine, ha fatto quadrato intorno all’allenatore - attende una sterzata decisa nel rendimento della squadra".

Il quotidiano Tuttosport sottolinea quanto sarebbe pesante un successo sulla Roma del grande ex José Mourinho:

"Una vittoria con la Roma sarebbe doppiamente importante e permetterebbe all’Inter di affrontare con animo leggero la sfida con il Barcellona che, con tutta probabilità, determinerà chi passerà il turno in Champions insieme al Bayern. Se Inzaghi vanta questi alibi incrollabili, va ribadito per onestà intellettuale come quest’anno molte sue decisioni siano state poco condivisibili, in primis la scelta di alternare Handanovic e Onana".

Durante la sosta, Inzaghi ha analizzato con staff e dirigenza prima e squadra poi gli errori commessi in questa prima parte di stagione:

"A questo vanno aggiunte più decisioni pasticciate sulle sostituzioni a Roma con la Lazio e a Udine, punto più basso della parabola di Inzaghi all’Inter perché, al doppio cambio dopo mezz’ora per togliere dal campo i due ammoniti, si sono aggiunti i quattro diversi schieramenti difensivi visti in partita e la decisione di togliere Dzeko, unico in grado di tenere alta la squadra. Tutto è stato analizzato nei particolari da Inzaghi prima con i dirigenti, quindi con la squadra e la pausa riservata alle Nazionali può essere stata quanto meno utile per abbassare le tensioni striscianti nello spogliatoio".

Prima la Roma, poi Barcellona e Sassuolo. Uno snodo cruciale della stagione dell'Inter, che ora non può più sbagliare.

"La sfida con la Roma può essere un nuovo inizio e il fatto che tra una settimana l’Inter sia di scena al Mapei contro il Sassuolo richiama la svolta data da Conte nella stagione che ha portato l’Inter a vincere lo scudetto. Nonostante le due squadre abbiano gli stessi punti dopo sette giornate, paragonare le annate sembra quanto meno azzardato. Vero è piuttosto che questa è una stagione anomala e i valori, molto probabilmente, emergeranno da gennaio in poi. Importante sarà arrivare ancora in corsa, a gennaio. E, limitando il raggio del discorso a Inzaghi, ancora ben ancorato sulla panchina nerazzurra".