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San Nicolò, in provincia di Piacenza, è sinonimo di casa per Simone Inzaghi. Lì l'allenatore dell'Inter è cresciuto e ha ancora gli affetti. La famiglia e gli amici con cui è legatissimo ed è rimasto in contatto nonostante la vita e la carriera lo abbiano portato altrove.
La Gazzetta dello Sport ha intervistato proprio un compagno d'infanzia di Simone, Davide Pinotti, che ha raccontato l'allenatore dell'Inter fuori dal campo:
"Io e mio figlio Edoardo tiferemo per Simone da lontano. Ci siamo sentiti dopo la finale di Coppa Italia, era felicissimo. Sta dimostrando di essere veramente bravo e sarebbe bellissimo se riuscisse a vincere il campionato".
Poi spazio a vecchi ricordi:
"Cominciavamo a giocare alle 14,30, quattro contro quattro, e si finiva magari tredici contro tredici. A nessuno si diceva di no: giocavano forti, scarsi, piccolini e grandicelli. E si stava lì finché si vedeva la palla. A volte i fratelli Inzaghi si sfidavano ed era una guerra. La scuola? Andavamo alla fermata del pullman, ma poi scattava l’autostop. E alla fine ci caricavano sempre i professori o il parroco".
Davide racconta la fame e l'ambizione di Inzaghi, fin da piccolo:
"Aveva un’incredibile voglia di emergere, si prefissava un obiettivo e faceva di tutto per raggiungerlo. È sempre stato avanti a tutti di testa. Per me era una guida e provavo a imitarlo".
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