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Il vero capolavoro di Antonio Conte per la vittoria dello scudetto è avvenuto lontano dal campo. Lo sostiene oggi La Gazzetta dello Sport, che ripercorre le tappe principali della rincorsa nerazzurra al titolo della seconda parte di stagione. E individua un nome su tutti che ha fatto svoltare l’Inter di Conte.
“Il capolavoro di Conte avviene lontano dal campo e da occhi indiscreti. Nei primi giorni di gennaio ad Appiano si confronta con Eriksen. Sì, proprio lui. Quello che non era “funzionale”. I due si parlano, si spiegano, si capiscono. È il seme gettato, i cui frutti si vedranno più avanti. […] Siamo dentro una settimana cruciale. 12 gennaio, Conte annuncia che il giorno dopo a Firenze – ottavi di finale di Coppa Italia – Eriksen sarà titolare nella posizione di regista. Una marcia indietro, perché lo stesso Conte aveva escluso nelle settimane precedenti di poter utilizzare il calciatore in quel ruolo. Eriksen va, l’Inter passa. E non si distrae. Avrebbe pure avuto qualche motivo per farlo, in verità. Il 17 gennaio c’è la Juve a San Siro (...). Vidal sa come graffiare: va su di testa e segna l’1-0, mette in discesa la partita, poi Barella più tardi farà 2-0 su lancio di Bastoni. È la firma di Vidal sul trionfo, che poi diventerà scudetto. L’unica firma, in una stagione con molte più ombre che luci. La Juve è a -4. Conte dà il titolo, dopo la partita: «Ora i ragazzi sanno che se vogliamo, possiamo»", si legge sulla Gazzetta.
(Fonte: La Gazzetta dello Sport)
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