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Non sono stati giorni semplici per Simone Inzaghi, tra la bufera ultras e la frecciatina di Luciano Spalletti.
"Negli ultimi sette giorni la giacca di Simone Inzaghi va di qua e di là, c’è sempre qualcuno pronto a strattonarlo. In campo ha iniziato il Napoli, in arrampicata solitaria verso la vetta: non è mai tranquillizzante dover inseguire Antonio Conte in campionato, ma dopo la vittoria sul Toro la sua Inter ha dimostrato di essere preparata a una lunga traversata verso lo scudetto-bis. L’inchiesta sugli ultras della Dda di Milano lo ha, invece, allontanato per qualche ora da Appiano e lo ha trascinato fin dentro a un commissariato di polizia in zona Duomo: non indagato, è stato sentito come testimone in una storiaccia di ultras in odor di mafia arrivati a bussare alle porte di Inter e Milan, ma si sarebbe di certo risparmiato anche il semplice accostamento. A completare la settimana è poi arrivato il fuoco amico di Luciano Spalletti, il ct col bazooka: il suo predecessore sulla panchina nerazzurra non è stato proprio diplomatico nel bacchettarlo sui rapporti con il tifo organizzato e le parole del collega non sono state gradite (eufemismo). La pressione su Simone non è mancata, insomma, ma neanche la lucidità e il mutuo soccorso: Inzaghi tiene parecchio alla propria giacca, sa da solo come proteggerla dalle pieghe superflue, ma tutta l’Inter lo sta aiutando a stare in equilibrio. Dirigenti e squadra fanno quadrato attorno all’allenatore per concentrarsi tutti assieme solo sulla ripresa dopo la sosta", spiega infatti La Gazzetta dello Sport.
Mercoledì scorso Inzaghi è stato ascoltato dalla Questura per il caso Curva e le sue risposte sono state definite esaurienti dagli inquirenti. Il giorno dopo, Inzaghi ha ascoltato le parole di Spalletti: «Non mi è mai successo durante tutta la carriera che qualcuno mi abbia telefonato per certe cose — la tirata d’orecchie del ct —. Io rispondo a tutti, anche a quelli che non conosco, però poi so riattaccare e so continuare la conversazione con chi mi telefona». L’Inter è rimasta sbigottita e un po’ delusa, proprio come Simone, di fronte a quella che è stata avvertita come una frecciata gratuita, anche perché i nerazzurri sono stati definiti come “parti lese” dagli stessi pm. In attesa di chiarimenti pubblici con l’ex tecnico, sulla panchina interista nel biennio 2017-19, la società ha comunque scelto di non esasperare il caso: meglio chiudersi a riccio nel segreto di Appiano. Tutti attorno all’allenatore così da concentrare i pensieri su Roma, Juventus e, in fondo, anche su Conte. Tra uno strattone e l’altro, tornerà a parlare soltanto il campo", chiosa la Rosea.
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