Sul sito online de "La Repubblica" si analizza la situazione finanziaria del calcio italiano. Anche Napoli e Lazio, solitamente società virtuose sotto questo punto di vista, quest'anno fanno registrare perdite, mentre l'Inter, spiega l'articolo, senza Champions sarà costretta a vendere uno dei suoi gioielli:
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Inter, senza Champions sarà addio almeno a uno dei tre gioielli…
Sul sito online de “La Repubblica” si analizza la situazione finanziaria del calcio italiano. Anche Napoli e Lazio, solitamente società virtuose sotto questo punto di vista, quest’anno fanno registrare perdite, mentre...
CONTI IN ROSSO - Brutto segno se anche Napoli e Lazio adesso sono in affanno: i conti del nostro calcio stanno peggiorando sempre più, i club si aggrappano con tutte le loro forze ai diritti tv e pagano sempre più in ritardo fornitori e banche (come tante imprese normali, per la verità). Dodici società su 19 (una, il Parma, è fallita) hanno chiuso lo scorso anno il bilancio in rosso, alcune come Milan e Inter addirittura in profondo rosso. La Figc ha varato un piano "sangue, sudore e lacrime" che prevede, dal 2018, il pareggio di bilancio: dalla prossima stagione, comunque, ci saranno i primi passaggi, qualche club sarà costretto a vendere qualche talento o ricapitalizzare. C'è il rischio infatti del blocco del mercato (e nell'annata successiva la mancata iscrizione). Le regole sono dure, indubbiamente: ma si avrà davvero il coraggio, la forza, di farle rispettare, oppure il financial fair play all'italiana prevederà poi deroghe e scappatoie? Lo deciderà chi sarà al comando dal prossimo anno: ancora Carlo Tavecchio o un altro? Il governo vorrebbe un rinnovamento, ma il governo ha anche altri problemi per occuparsi dei problemi del calcio. Al momento, un rivale forte per Tavecchio non c'è: girano tanti nomi, forse anche per "bruciarli". Ma prima bisognerà vedere che assetto avranno le Leghe, soprattutto quella di serie A: lì c'è voglia di cambiare governance, con un presidente full time (cosa che Beretta non può). Sul metodo pare ci sia già una buona convergenza, sul nome non ancora. Ma poi vai a fidarti degli Zamparini...
UN NUOVO VOLTO - Ma nel giro di un paio d'anni il calcio dovrà, per forza di cose, avere un volto diverso: dovrebbe cambiare anche la Champions League, ci sono forti pressioni nei confronti della Uefa. C'è chi vorrebbe addirittura una Superlega europea per club (vedi Spy Calcio dl 20 febbraio), con almeno 4 club fissi per le Nazioni che contano. Tutto stile Nba. Ma chi dovrebbe stabilire quali sono le quattro italiane che giocano in Superlega? E che succederebbe se un club che non fa parte dell'elite finisse nelle prime posizioni? E che ne sarebbe del nostro campionato (e dei diritti tv)? Tutte incognite: più probabile che si modifichi (dal 2018) la Champions League, con più soldi e più "protezioni" per chi ha fatto la storia del calcio. Se ne occuperà il prossimo presidente Uefa (o Platini, se il Tas in aprile lo salva). Già adesso, comunque, c'è una differenza abissale fra chi partecipa alla Champions (se la vinci metti in cassa almeno un centinaio di milioni) e chi fa la Coppettina, l'Europa League, o addirittura è fuori dall'Europa.
LE DUE MILANESI - Milan e Inter al momento stanno a guardare: il club di Thohir se non dovesse qualificarsi per la Champions, dovrebbe (probabilmente) vedere qualche pezzo grosso, da sceghliere fra Icardi, Handanovic e Miranda. Oppure il suo patron dovrebbe mettere mano al portafoglio, cosa che non fa tanto volentieri. Al Milan non si parla più di Mr. Bee e intanto la società sta rinegoziando il ffp (financial fair play): di recente Barbara Berlusconi e Umberto Gandini sono stati a Nyon a trattare coi dirigenti Uefa. Ma è solo la Champions che ti può fare un vero salto di qualità (vedi Juve), o assestare (almeno in parte) i bilanci.
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