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Inter, indagine GdF su 90 milioni di plusvalenze. “Filtra serenità in casa nerazzurra”

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Ieri i finanzieri erano nella sede dell'Inter per acquisire i documenti relativi ai bilancio del 2017-18 e del 2018-19

Andrea Della Sala

Ieri la GdF era nella sede dell'Inter per acquisire i documenti relativi ai bilanci 2017-18 e 2018-19 e accertare le plusvalenze registrate dall'Inter, circa 90 milioni di euro. Al momento si tratta solamente di un'indagine preliminare contro ignoti.

"I finanzieri hanno passato quattro ore in viale della Liberazione, sede del club campione di Italia, e sono andati pure nella Lega calcio, lì dove i club depositano i contratti. Hanno acquisito i documenti su tutti i trasferimenti del periodo in oggetto: bilanci, contratti, movimenti bancari sugli scambi di cui si vuole «verificare la regolarità della contabilizzazione delle relative plusvalenze», come ha spiegato in una nota il procuratore facente funzione Riccardo Targetti. I finanzieri hanno così osservato entrambe le milanesi e poi hanno evidenziato alcune possibili criticità, ancora tutte da verificare, nei bilanci dell’Inter. Nel dettaglio, vogliono capire se «il valore dei diritti pluriennali sui calciatori» sia stato sopravvalutato volutamente per far crescere i ricavi e, di conseguenza, far diminuire le perdite", spiega La Gazzetta dello Sport.

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"Sono stati prelevati i documenti sul portiere romeno Ionut Radu, sul difensore belga Zinho Vanheusden e sull’attaccante azzurro Andrea Pinamonti, tutti “rimbalzati” in diversi momenti tra Inter e Genoa. Proprio la punta, prima di essere riportata a Milano, aveva garantito nel 2019 la plusvalenza maggiore di tutte quelle sotto osservazione: 19 milioni. L’altro asse caldo, invece, è quello nel 2018 tra Milano e Bergamo: alcuni ragazzi del vivaio interista (Bettella e Carraro valutati 12 milioni totali) diretti verso la Dea, mentre il talentuosissimo Bastoni (31,1) andava a Milano. Filtra serenità anche perché si fa notare come le valutazioni dei calciatori siano per definizione sempre “aleatorie”. Infatti, anche al quarto piano del Palazzo di Giustizia si va con i piedi di piombo: già casi analoghi si sono conclusi in passato con un nulla di fatto (nel 2008 l’Inter è stata già prosciolta per casi simili) e non esiste un criterio “scientifico” per stabilire quale sia il prezzo giusto di un calciatore", analizza il quotidiano.

 

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