Contro la Juve, l'Inter è uscita imbattuta dall'Allianz Stadium, ma è riuscita anche nell'impresa di non subire gol dai bianconeri che sono il miglior attacco del campionato. Capolavoro difensivo, ma non solo. Gran parte del merito e del lavoro è anche di Matias Vecino. Senza Gagliardini per tre quarti di gara, il lavoro sporco è toccato soprattutto all’uruguaiano che tra agonismo, compasso lungo e intelligenza tattica è stato uno schermo invalicabile, sporcando le linee di passaggio avversarie e provando anche qualcuna delle sue ripartenze. Quando l’Inter in luglio decise di pagare alla Fiorentina la clausola di 26 milioni per Matias, in tanti storsero il naso. Ora invece il suo contributo è senza prezzo proprio perché sa interpretare le due fasi e non è certo uno cui trema la gamba in certe partite. Del resto, dopo certe «guerre» sudamericane tra Coppa America e qualificazioni mondiali lo Stadium al 26enne di Canelones deve essere sembrato un giardinetto.
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E il trapianto viola è completato da Borja Valero, altro insostituibile anche se con i suoi 175 centimetri sporca la media del muro. Tornato davanti alla difesa con l’inserimento di Brozovic, lo spagnolo mai come a Torino è stato la balia nerazzurra. Il riferimento cui appoggiare palloni che scottavano causa pressing bianconero e che lui gestiva con la calma dei grandi. Anche a costo di rischiare qualcosa. I passaggi positivi – voce che spesso premia un difensore perché fa solo appoggi – sabato lo hanno visto primo della classe con 68. L’ombelico del mondo Inter che nel finale ha avuto bisogno anche di Gagliardini (188 cm) per blindare la porta in una serata in cui il gioco sulle fasce non era fluido come al solito, i terzini hanno spinto meno e sofferto Cuadrado e Manzukic, mentre gli esterni offensivi e Icardi hanno offeso ben poco. Ma l’Inter capolista è squadra pure in questo.
(La Gazzetta dello Sport)
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