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GdS – Inter, c’è solo il 3-5-2? Difesa fragile e può essere anche una questione mentale

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L'Inter riflette di nuovo sui suoi errori. Dopo essersi ripresa anche grazie al cammino in Champions, l'Inter è di nuovo scivolata sui soliti difetti

Andrea Della Sala

L'Inter riflette di nuovo sui suoi errori. Dopo essersi ripresa anche grazie al cammino in Champions, l'Inter è di nuovo scivolata sui soliti difetti. E ora il cammino in campionato è preoccupante.

"L’anno scorso l’Inter parlava croato: Brozovic e Perisic erano le chiavi di Inzaghi. Non è una grande stagione per il centrale: le prime sette partite di campionato a mezzo servizio, stanco, meno lucido e trascinatore, e i nerazzurri hanno perso in tre occasioni. L’infortunio in nazionale ha spinto Inzaghi ad arretrare Calha davanti alla difesa e l’Inter ci ha addirittura guadagnato, ma la falsa partenza si sente ancora", sottolinea La Gazzetta dello Sport.

Inter Brozovic

"Quando il gioco si fa duro, l’Inter ha problemi. In campionato ha perso quattro scontri diretti su quattro (Lazio, Milan, Roma e Juve). Dopo il Bologna è attesa da Atalanta e Napoli. Uno score preoccupante dal punto di vista dell’atteggiamento in campo oltre che della classifica. Stesso discorso in Champions o quasi: due ko con il Bayern, inversione di tendenza con il Barça. Ed è stato il doppio confronto con gli spagnoli a dare gli ottavi. C’era una volta il bunker nerazzurro. Skriniar insuperabile, Bastoni mobile e offensivo, in mezzo la regia di De Vrij. Già l’anno scorso qualche scricchiolio s’era avvertito. Quest’anno Skriniar è partito male, forse distratto da questioni contrattuali. Bastoni molle e involuto, al punto da essergli preferito Acerbi. De Vrij in difficoltà. Nelle ultime partite s’era rivista l’Inter compatta, ma con la Juve ritorno al passato. Potrebbe anche essere una questione di protezione difensiva".

Inter Inzaghi

"Il credo tattico di un allenatore va rispettato. Ma Inzaghi aveva più varietà tattica e di schemi nella Lazio. In nerazzurro non sono mancate situazioni di tre (difensori) contro una punta, nelle quali l’Inter ha concesso un uomo al centrocampo avversario.  I sostituti non sono all’altezza. Hakimi e Perisic erano una coppia di attaccanti, altro che semplici esterni. L’Inter giocava con una linea a quattro impressionante per le difese rivali. Il croato, nella sua stagione migliore in nerazzurro, svolgeva una tripla fase, difensore, centrocampista e attaccante. Superiorità, cross, dribbling. Degli esterni sinistri schierati quest’anno, anche il migliore, Dimarco, non è paragonabile. Discorso simile per Dumfries a destra: a volte incursore verticale disturbante per le difese, ma meno continuo dell’Hakimi dello scudetto e facile preda di confusione nelle partite peggiori. Da non sottovalutare l’aspetto mentale. Per qualcuno l’Inter ha subito gli effetti della doppia “botta” che ha compromesso uno scudetto che sembrava vinto: la doppietta di Giroud che, in quattro minuti, ha ribaltato il derby alla 24a e la sconfitta da incubo a Bologna, per la papera di Radu, nel recupero della ventesima. Qualcosa allora è cambiato", chiude Gazzetta.

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