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Dalle colonne della Gazzetta dello Sport, Andrea Di Caro commenta la designazione dell’arbitro Simone Sozza per Inter-Roma che ha scatenato dubbi e polemiche sui social. "Sozza viene considerato uno dei migliori arbitri della nuova generazione, ha diretto quest'anno 11 gare con una delle medie voto Gazzetta più alte (6,18). Probabilmente a fine stagione sarà promosso internazionale. La sua crescita è un fiore all’occhiello del nuovo corso Rocchi. E’ il più affidabile e in forma tra i giovani che il designatore sta utilizzando per creare un gruppo di arbitri all’altezza per il futuro. Sozza, ha già arbitrato quest’anno anche il Milan nella sfida dei quarti di Coppa Italia contro la Lazio, vinta 4-0 dai rossoneri senza alcuna polemica. In serie A vanta le direzioni di Juve-Fiorentina, Lazio-Atalanta, Fiorentina-Napoli, Juve-Napoli. Dovrebbe bastare questo, senza aggiungere altro per chiudere il caso. Ma non nel nostro calcio, fatto di continue polemiche, retroscena e complotti. E allora ci si chiede: era proprio necessaria questa designazione? Non c’erano altri candidati?".
E qui si apre una riflessione più ampia. In cinque punti.
1)Partiamo dal fatto che l’attuale gruppo di arbitri a disposizione di Rocchi non è un dream team. Motivo per il quale si sta cercando, anche correndo rischi, di far fare esperienza ai giovani. Da più parti si è detto: lasciamo stare l’anagrafe, spazio ai più bravi e ai più in forma.
2) L’impossibilità di dirigere gare delle squadre della propria sezione o della città dove vivono e risiedono toglie per le sfide delle romane forse gli arbitri migliori in circolazione: Doveri, Mariani, Valeri. E il giovane Fourneau. Per una questione di pochi chilometri invece sono disponibili Pasqua e Marinelli (Tivoli). Il regolamento andrebbe cambiato. Parliamo di professionisti: deve cadere questo veto. E se Sozza, nato a Milano ma di una sezione distante 20 km, può dirigere Inter-Roma, devono poterlo fare anche Valeri, Doveri, Mariani. Se invece si mantiene un veto che sottintende sudditanze ambientali o tifo, allora, con lo stesso metro medioevale, via anche gli incroci: nella lotta scudetto il napoletano Maresca non avrebbe dovuto dirigere Spezia-Inter e nella lotta Champions il torinese Pairetto non deve dirigere Fiorentina e Roma. Tutto Assurdo.
3) Giochiamo a fare il designatore: tolti i numerosi elementi della sezione romana, chi poteva essere più affidabile o adatto di Sozza? A disposizione tra gli arbitri più esperti c’erano: Abisso, contestatissimo in Roma-Genoa (gol annullato e rosso a Zaniolo), Piccinini e Manganiello. Tutti quest’anno protagonisti di gare discusse. Oppure c’era la coppia Guida e Massa, arbitro e Var di Torino-Inter (rigore non visto di Ranocchia su Belotti) per la quale sono stati sospesi. Impossibile riproporli con l’Inter. Fabbri è reduce da un lungo stop, Chiffi è l’arbitro del disastroso Milan-Roma. Pairetto? Mourinho in Roma-Verona in campo gli ha fatto il gesto del telefono..."
4)Nel mazzo c’erano anche Irrati e Orsato, rispettivamente al Var di Inter-Roma e Lazio-Milan. Posto che si può discutere se oggi sia più decisivo l’arbitro in campo o al monitor (e dunque si può mandare al Var anche il migliore in circolazione) a volte queste scelte sono influenzate da forma fisica o decise da infortuni. Perché in campo si deve correre, al monitor no.
5) Da anni non si avevano due tornei di A e B così combattuti fino all’ultima giornata in vetta e in coda. Tra veti, infortuni, stati di forma e livello non eccelso, coprire tante partite decisive è una impresa.
Non abbiamo arbitri fenomeni: sbagliano, a volte troppo. Ma bisogna farli crescere, utilizzarli in base alle capacità, senza alcun veto: vale per tutti. E quindi in bocca al lupo al giovane Sozza. Non va messo in difficoltà ancor prima del calcio d’inizio e neanche dopo. E lui spazzi via i cattivi pensieri con una direzione da arbitro... internazionale".
(Gazzetta dello Sport)
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