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Thuram intoccabile
—L’unico attaccante a giocarle tutte in questo mini-ciclo terribile sarà, presumibilmente, il francese col 9. A Monza doveva supplire alle mancanze di uno stanco Lautaro, lontano parente del Toro che fu e, forse, troppo bramoso di tornare in campo prima di aver ritrovato la forma. A Manchester, invece, Thuram accompagnava Taremi, che ha movimenti diversi dell’argentino, ma spalle abbastanza larghe per partite di questa nobiltà. Dalla ThuLa alla ThuTa, l’attacco nerazzurro ha comunque spaventato Guardiola. Domani nel derby si ricongiunge una volta ancora con un più riposato Lautaro, ma il figlio di Lilian non ha poi bisogno di tanti aiutanti quando vede rossonero: l’anno scorso ha segnato ai cugini due volte, con un destro infuocato all’andata e con un altro tiro più velenoso al ritorno, giusto nella notte di pioggia in cui è salito su una stella. La festa successiva durata per giorni gli ha fatto capire quanto siano “diverse” le reti al Milan, per questo Inzaghi non lo risparmia, anzi lo manda alla caccia del tris.
Super Barella
—Barella d’Inghilterra, sbaciucchiato a distanza pure da Guardiola nel dopo partita, ha dimostrato di saper volare già alla prima ufficiale dopo l’operazione al naso: era un’urgenza (altrimenti non avrebbe certo rinunciato alla Nazionale), gli serviva per respirare meglio. Nonostante l’esaltazione, però, resta la macchiolina nel curriculum cittadino: in tante sfide dominate, nel punteggio e nel centrocampo che lui governa, Nicolò non ha mai segnato. In 16 incroci da interista contro il Milan solo tre assist, mentre per trovare l’unica rete ai rossoneri bisogna tornare al gennaio 2018 quando non era ancora uscito dal guscio: in un 1-2 il primo gol della carriera a casa sua, Cagliari. Quest’anno si è già sbloccato contro l’Atalanta pur di assecondare la richiesta di Inzaghi: sono una misera quelle due reti appena segnate l’anno passato, qualcosa fa pensare che quest’anno saranno di più.
Le scintille del passato
—A portare il pepe a San Siro, e magari anche i guantoni, ci pensa Dumfries, ormai sul punto di chiudere la telenovela del rinnovo. Sarà l’ennesimo atto della saga tra lui e Theo: sulla destra interista, la sinistra del Milan, la solita storia tesa. Nell’ultimo derby, ad esempio, i due si sono rimessi amabilmente le mani addosso come da tradizione e si sono beccati un doppio rosso. Poi durante i festeggiamenti tricolore l’esterno nerazzurro si è beccato 4mila euro di multa per uno striscione galeotto (e sbagliato) finito nelle sue mani: nell’immagine lo stesso Denzel che teneva al guinzaglio un cagnolino con la faccia di Hernandez. Il francese non ha certo dimenticato, l’olandese non fa mai un passo indietro davanti al rivale: chissà come finirà mai", si legge.
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