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Partita vista sulle corsie laterali. Questa l'analisi che offre l'edizione odierna della Gazzetta dello Sport, che spiega come i nerazzurri abbiamo preso in mano il match grazie alle iniziative dei propri esterni:
"Mancini, che sa di non avere in mezzo al campo la qualità tecnica per tenere in pugno la partita, cerca di allargare il gioco per sfiancare gli avversari. Non è un caso che i gol arrivino dopo che l’allenatore, con l’ingresso di Palacio, decida di passare al più compatto e solido 4-4-2. Linee strette, aiuto tra i reparti e pallone sempre dirottato verso l’esterno dove i terzini spingono e le ali (o coloro che ne fanno le veci) puntano il nemico e lo sfidano a duello. Perisic è sempre più decisivo, perché riesce a mettere al tappeto il diretto avversario e in questo modo crea la superiorità numerica. Il Bologna è in grande difficoltà quando si tratta di affrontare il croato. Alla sua azione si uniscono le volate dei terzini che si sovrappongono con ottimi sincronismi. Giaccherini e Rizzo, cioè i due esterni offensivi del Bologna, avrebbero il compito di seguire Nagatomo e D’Ambrosio, ma spesso se ne dimenticano oppure non hanno il passo giusto per farlo. Così l’Inter sfonda sui lati e diventa micidiale".
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