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Inter, con Oaktree stadio più centrale che mai. San Siro? Impianto di proprietà opzione viva

Andrea Della Sala Redattore 
due club hanno ripreso a valutare l'opzione di acquistare San Siro e sistemarlo, ma il vertice in programma a breve chiarirà il futuro

Presto potrebbero esserci novità importanti per la questione stadio per Inter e Milan. I due club hanno ripreso a valutare l'opzione di acquistare San Siro e sistemarlo, ma il vertice in programma a breve chiarirà il futuro.

"A metà mese, probabilmente venerdì 13, Milan e Inter incontreranno Beppe Sala, sindaco di Milano, per parlare dello stadio. I due club valutano tutte le opzioni sul tavolo e la sorpresa è soprattutto in casa Milan. Dopo (molti) mesi in cui la costruzione di un nuovo stadio a San Donato è stata l’unica ipotesi considerata, molto più avanzata di quella dell’Inter a Rozzano, ora la ristrutturazione di San Siro sembra pronta a tornare d’attualità", scrive Gazzetta.it.

"Vantaggi di rimanere a San Siro? La possibilità di dividere la spesa tra due club. I 10.000 posti hospitality, con conseguenti introiti XL. La durata limitata dei lavori - tre anni – e il fatto che i club acquisirebbero la proprietà dello stadio. I lavori procederebbero a tappe, senza chiudere lo stadio, che ospiterebbe la cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici di Milano-Cortina. Milano, invece, dovrebbe rinunciare alla finale di Champions 2027: l’Uefa non ha ricevuto comunicazioni ma è pronta al piano B. Allo stesso tempo San Siro perderebbe i concerti estivi – l’estate sarebbe il clou dei lavori – con conseguente perdita di guadagni. E allora, chi deciderà se dare il via a questo piano alternativo? Milan e Inter dovranno ovviamente decidere insieme: andare per la propria strada – il Milan a San Donato con il suo moderno stadio di proprietà, l’Inter a San Siro o costruendo a Rozzano – oppure affrontare insieme la ristrutturazione. Lo faranno a breve, probabilmente non il 13 settembre ma a breve".

"Negli ultimi mesi l’Inter ha vissuto una silenziosa rivoluzione societaria: da Suning a Oaktree, dalla Cina agli Stati Uniti, da un presidente collegato al telefono a un pool di manager del fondo californiano che si alternano quasi giornalmente nella sede di viale della Liberazione per approfondire fino al minimo dettaglio della gestione quotidiana. Un club calcistico è un mondo nuovo per Oaktree che, nonostante le ampie deleghe ai dirigenti, a partire da quelle al presidente Beppe Marotta, vuole tenere ben salde le mani sul volante. Insomma, è cambiato il modello e, di conseguenza, il dossier stadio è diventato ancora più centrale: dalla possibilità di dotarsi di un impianto più moderno rispetto all’attuale San Siro dipende, in parte, la rivalutazione del valore della società, obiettivo dichiarato di Oaktree. Per questo, i nuovi proprietari nerazzurri non vogliono rinunciare all’idea di uno stadio di proprietà da costruire giusto al confine tra Rozzano e Assago (l’Inter ha ottenuto una proroga per il diritto di esclusiva dell’area di proprietà della famiglia Cabassi fino al 31 gennaio 2025), senza però escludere la possibilità di un San Siro-bis, come esplicitamente scritto nella lettera al sindaco. Proprio a Sala i dirigenti di Oaktree, assieme all’a.d. corporate Alessandro Antonello, ribadiranno la posizione del club campione di Italia: la riqualificazione del vecchio San Siro è da considerarsi solo una delle possibili strade da imboccare, non certo l’unica", spiega Gazzetta.