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"Missione compiuta: Stella Rossa battuta per il primo successo in Champions, fondamentale per tenere nel mirino i primi 8 posti della classifica. Ma se a Udine si erano visti abbondanti tratti della vera Inter, al netto di qualche sbavatura difensiva, ieri la squadra nerazzurra non ha avuto la sua solita sicurezza di gioco e qualche testa non era completamente sintonizzata sull’impegno". Apre così l'analisi del Corriere dello Sport in merito al successo dell'Inter sulla Stella Rossa.
"Non deve ingannare il punteggio largo, comunque utile per gonfiare la differenza reti. In verità, l’Inter ha vinto quasi per inerzia. Perché i serbi hanno cominciato a lasciare voragini, ma soprattutto perché erano davvero poca cosa, in particolare in difesa. E il fatto che abbiano creato più di qualche brivido, tra la fine del primo tempo e l’inizio della ripresa, è la conferma di un atteggiamento rivedibile. Colpa del troppo turnover? Possibile, ma siamo sempre lì. Se le rotazioni non vengono fatte in gare come quella di ieri sera quando deve accadere? E, peraltro, i cambi non erano mancati nemmeno contro il Manchester City…", aggiunge poi il quotidiano che poi spiega:
"I 4 gol, come già sottolineato, sono stati la nota migliore della serata. Anche per gli autori, evidentemente. A sbloccare il risultato è stato Calhanoglu, la cui punizione, già indirizzata verso il sette, ha trovato la deviazione di Krunic che l’ha resa irraggiungibile. Il bis, nella ripresa, lo ha firmato Arnautovic, grazie ad un assist del generosissimo Taremi. Che poi ha mandato in porta pure Lautaro, subentrato all’austriaco e arrivato al terzo sigillo nel giro di 4 giorni, dopo il lungo digiuno. Inevitabile, a quel punto, che, conquistato il rigore, il Toro lasciasse la battuta all’iraniano: ha dovuto attendere qualche minuto perché il Var ha cominciato a fare le bizze, ma poi l’ha trasformato con freddezza.
"Per il resto, non c'è granché da salvare. Il vantaggio repentino, infatti, ha avuto come conseguenza un abbassamento della tensione per la squadra nerazzurra: eccessiva sicurezza, ritmo compassato nel giro palla, ma anche un pizzico di superficialità nella gestione delle uscite dal basso. La Stella Rossa, partita con una linea a 5 dietro, ne ha approfittato per risalire il campo con un discreto palleggio. Il gioiellino Maksimovic, classe 2007, perfettamente a suo agio nel catino di San Siro, ci ha pure provato un paio di volte da fuori, ma senza precisione. Prima dell’intervallo, invece, Sommer ha dovuto fare muro sulla zampata di Silas, conseguenza di un sanguinoso pallone perso di Calhanoglu. L'approccio alla ripresa degli uomini di Inzaghi è stato perfino peggiore, con la trequarti concessa ai serbi, senza la capacità di ripartire con un minimo di pulizia. San Siro ha pure rumoreggiato per qualche minuto. Fino a che, appunto, Taremi ha strappato il pallone a Krunic, per poi regalarlo a Arnautovic, che proprio non poteva sbagliare. Subito dopo l’austriaco ha, invece, mancato il bis, al pari di Carlos Augusto, messo davanti alla porta da Pavard. Ma ormai gli argini erano rotti e l'Inter ha potuto dilagare".
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