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Inter, tocca a Spalletti coprire le lacune sul mercato di Suning e centrare la Champions

Fabio Alampi

La tifoseria nerazzurra si scaglia contro la proprietà cinese

L'ultimo giorno di mercato, nella sede dell'Inter, è stato memorabile: molti sforzi e millanta telefonate, ma la proprietà ha confermato che non si poteva investire, e dunque zero risultati. La sessione si chiude con le uscite di Joao Mario e Nagatomo, le entrate di Rafinha e Lisandro Lopez: escono due delusioni, entrano due scommessone. Luciano Spalletti non può esserne felice, chissà se oggi preferirà il profilo basso o farà capire che non è contento. Ma ora tutto va sulle sue spalle, perché la proprietà è stata chiara: con questa rosa il quarto posto è possibile, ci pensi lei, mister. Lui voleva un centrocampista alla Ramires, e mica è arrivato: lo Jiangsu ne ha bisogno, hanno detto. Il responsabile del mercato Walter Sabatini, che in due sessioni all'Inter non è ancora riuscito a onorare il nom de plume di "re delle plusvalenze", gli voleva portare Pastore, e nemmeno quello è arrivato, pare per la richiesta del Psg di aggiungere l'obbligo di riscatto ai 6 milioni del prestito. Ora Spalletti ha una squadra in crisi psicofisica da far risorgere, col solo Rafinha come arma a sorpresa anche se non gioca da nove mesi, e una battaglia con Roma, Lazio e forse Sampdoria per la Champions. Un lavoraccio. Ma intanto la folla è più che in fermento. E povero Spalletti: dovrà moltiplicare i pani e i pesci.

(Repubblica)