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Lo Spezia rovina la festa all'Inter. I nerazzurri non festeggiano come speravano i 115 anni di storia e subiscono un'altra sconfitta, di nuovo in trasferta.
Proprio lontano da San Siro è evidente il problema dei nerazzurri: è dal 1947/48 che a questo punto della stagione non aveva subito 24 gol in trasferta, sottolinea La Repubblica.
Il quotidiano aggiunge un dettaglio:
"La sconfitta contro lo Spezia — la prima di sempre in A, contro una squadra che in casa non vinceva da settembre — è ancor più dolorosa di quella del Bologna. Perché arrivata al termine di una partita in parte dominata, decisa da un gol in contropiede di Daniel Maldini (papà Paolo e tutto il Milan ringraziano, insieme a Lazio e Roma) e da tre rigori".
Ora il futuro di Simone Inzaghi è sempre più in bilico:
"La nona sconfitta in campionato costringe ora Inzaghi a fare cose speciali in Champions per tenersi la panchina".
Per Repubblica la testa dei nerazzurri era già a Oporto:
"Nell’undici di partenza hanno trovato posto D’Ambrosio, Brozovic, Handanovic. Va bene il turnover, ma forse così è troppo. E i quattro cambi simultanei dopo 21 minuti della ripresa sanno più di ravvedimento operoso che di semplice giro di sostituzioni. Ma ormai la partita aveva preso una brutta piega per i nerazzurri".
Il copione della partita è stato chiaro:
"La tattica luddista dello Spezia, impegnato a inceppare la macchina del gioco altrui più che a proporne uno proprio, ha pagato. L’Inter si è affannata in un lungo assedio all’area avversaria. Qualche occasione l’ha avuta Lautaro ma Dragowski, in versione Yashin in Inghilterra-Resto del mondo del 1963, glisi è opposto in ogni modo".
Ora i nerazzurri devono fare il loro in Champions e osservare le altre:
"All’Inter non resta che raggiungere il Milan ai quarti di Champions e sperare che i rossoneri e le due romane paghino la stanchezza delle coppe. In pratica, i nerazzurri in campionato si trovano nella triste condizione di dovere sperare negli errori altrui, per compensare i propri".
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