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GdS – Inter, Haaland nel mirino dopo Istanbul. Tutto sul sorteggio Champions nerazzurro

Alessandro Cosattini Redattore 
Tutto sul sorteggio in Champions League dell'Inter: La Gazzetta dello Sport analizza gli avversari dei nerazzurri

Tutto sul sorteggio in Champions League dell'Inter. La Gazzetta dello Sport analizza gli avversari dei nerazzurri e non solo in vista dell'inizio della competizione con l'attesissimo nuovo format.

Il precedente col Man City

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"Il fantasma di Rodri intossica le notti europee dell’Inter da un anno e mezzo ormai. È il rimpianto di chi ha sfiorato il cielo prima di precipitare. Dicono che esista solo un modo per esorcizzare il passato, affrontarlo: ecco perché alcuni tifosi nerazzurri benedicevano ieri il sorteggio della nuova Champions che ha consegnato all’Inter il City di Guardiola, proprio il carrarmato che l’ha beffata nella finale di giugno 2023. Allora fu battaglia senza quartiere, alla pari, ora Inzaghi va nella Manchester blu per dimostrare che la partita coraggiosa di Istanbul può essere ripetuta, ma con risultato diverso.

Una grande di Premier non bastava e così, oltre all’ombra grande di Haaland, si allungano quelle sfuggenti, imprevedibili di Saka e Gabriel Jesus: il computerone ha dato ai nerazzurri pure l’ambiziosissimo Arsenal, contro il quale esiste una più vasta letteratura. Arteta andrà a San Siro dove nel novembre 2003 Arsene Wenger e Titì Henry passeggiarono 1-5. I nerazzurri, invece, amano ricordare l’andata di quella partita del girone: nel mitico Highbury, sotto alla solita pioggerellina fitta fitta del nord di Londra, l’ultimo canto di Cuper. Di quello 0-3 resterà un gol da collezione di Van der Meyde, meteora diventato eroe per una sera.

Sfide e storia

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Dall’Inghilterra alla Germania, l’Inter sbatte pure contro i campioni in carica e uno dei club più interessanti della Bundesliga. Xabi Alonso sta continuando la sua rivoluzione felice al Leverkusen e ha conservato pure la stellina Florian Wirtz. Contro il Bayer, però, la tradizione è positiva: l’Inter ha vinto tutti e tre i precedenti in competizioni Uefa. Il Lipsia, invece, è atteso al Meazza dove lo sloveno Benjamin Sesko, milanista mancato, sentirà aria di derby. Terza e quarta fascia, almeno in apparenza, hanno regalato meno ansie: per avere info sulla Stella Rossa che aspetta in casa (occhio al brasiliano tuttofare Duarte), Inzaghi potrà chiedere un report all’ex compagno Dejan Stankovic, leggenda serba e nerazzurra che lì ha allenato fino a un paio di anni fa. I nostalgici ripenseranno, invece, al gol di Carletto Muraro e alla notte del “miracolo di Belgrado”: un gol per eliminare ai quarti di Coppa Campioni i serbi agguerriti dopo l’1-1 a Milano. Nella trasferta di Berna con lo Young Boys il pericolo si chama “Wankdorf”: lo stadio ha sintetico di ultima generazione che spesso va di traverso agli avversari poco abituati, tante big sono già inciampate.


Obiettivo top 8

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Il Monaco a Milano presenterà l’ex granata Singo e pure quel Folarin Balogun che provocò una infatuazione generale la scorsa estate sul mercato prima della scelta più “conservativa” di Arnautovic. A Praga in Champions Lautaro ha già segnato una doppietta nel 2019-20, ma quello era il campo dello Slavia. Stavolta la trasferta è contro lo Sparta, Cenerentola che mancava da questa coppa da 19 anni. Tra l’altro, la prima volta che l’Inter mise il naso fuori dall’Italia cadde proprio contro i cechi: i nerazzurri si chiamavano Ambrosiana, il rovinoso 6-1 nella Coppa dell’Europa Centrale di Pepìn Meazza fu sconvolgente per l’epoca. In fondo, è il segno che in questi luoghi tutto può succedere e lo sanno bene gli interisti intervenuti ieri dopo il sorteggio.

«Vogliamo essere ancora protagonisti: abbiamo un calendario impegnativo, ma lottare su campi difficili negli ultimi anni ci ha dato ancor di più consapevolezza», ha puntualizzato Inzaghi. Il suo presidente, Beppe Marotta, direttamente da Montecarlo ha sparso più pepe: «Abbiamo messo a disposizione di Inzaghi una rosa competitiva, dobbiamo tentare di arrivare tra le prime otto. Non serve mettere troppa ansia, ma solo la giusta pressione. Non siamo l’Inter...». Cosa significhi “essere l’Inter” lo sa Guardiola più degli altri", si legge.