NICO PAZ, L'UOMO IN PIÙ
—In questa prima metà di campionato, Nico Paz, arrivato in estate dal Real Madrid, è stato di gran lunga il giocatore più entusiasmante e continuo del Como, con delle caratteristiche che rappresentano nel migliore dei modi le richieste di Fabregas e il modo di intendere il calcio del tecnico spagnolo. Paz, un giocatore che può contare su grande creatività, come testimonia anche il fatto che sia il decimo giocatore del campionato per expected assist creati (3.31), ha un ruolo “libero” nello scacchiere di Cesc Fabregas: il fantasista argentino sulla carta gioca da numero dieci nel 4-2-3-1, ma in realtà gli viene data grande libertà in campo, che gli permette di spaziare per tutto il centrocampo, partecipando sia alla fase di costruzione, che a quella di rifinitura dell’azione.
Paz è un giocatore dal repertorio molto completo, che, oltre a legare le azioni in modo decisivo, è anche perennemente lucido nel prendere l’ultima decisione: i suoi due gol e quattro assist realizzati in metà campionato nella sua prima stagione giocando in pianta stabile con una Prima Squadra sono una buona prova di quanto importante sia stato il suo impatto sulla squadra.
UNA SQUADRA FONDATA SULLA TECNICA
—Dal centrocampo in avanti, il Como è dotato di giocatori che hanno nella tecnica e nella visione di gioco le loro caratteristiche principali: Sergi Roberto, Da Cunha e Strefezza sono tre pedine duttili agli ordini di Fabregas, tanto efficaci nel ripulire il pallone e dar via alla manovra offensiva quanto affidabili nel rendere l’iniziativa quanto più creativa e imprevedibile possibile, soprattutto Da Cunha e Strefezza.
Sull’altra fascia rispetto a Strefezza viene spesso impiegato Fadera, un esterno imprevedibile, classe 2001, molto pericoloso nell’uno contro uno e, seppur con qualità differenti rispetto ai suoi compagni di squadra della trequarti, altrettanto funzionale al gioco offensivo dei ragazzi di Fabregas. Il riferimento offensivo, rappresentato da Cutrone e Belotti, ha compiti ben precisi: i due attaccanti hanno profili simili, nessuno dei due è un numero nove puro, ad entrambi viene richiesto di spendersi molto, di abbassarsi per ricevere il pallone e smistarlo, di andare subito in pressing sulla difesa avversaria nel tentativo di recuperare immediatamente il pallone. Fabregas pretende che la squadra lotti per prendersi il pallone e gestirlo, mantenendo i ritmi dettati da Sergi Roberto, un'altra pedina chiave che lega la difesa al centrocampo, assumendo il titolo di vero perno in fase di impostazione. Difensivamente il Como è una squadra che ha fatto affidamento, in fase di costruzione della rosa, all’esperienza, nel tentativo di avere una base solida che possa alleggerire le responsabilità difensive dei centrocampisti e dei trequartisti.
L’Inter dunque si troverà davanti una squadra che tenterà di imporsi, di dettare il ritmo, seppur riuscirci non sarà semplice. Il pericolo principale che mette sul piatto il Como, è l’imprevedibilità dei suoi singoli, in grado di impattare la partita con giocate inaspettate.
(Fonte: Inter.it)
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